Le telecamere di sicurezza domestica, nate per proteggerci, stanno diventando il nuovo punto debole della privacy familiare. Dalla cronaca milanese che ha portato alla condanna di cinque hacker esperti, all’allarme lanciato dalla Polizia Postale su impianti fai da te facili da violare, il quadro è chiaro: migliaia di abitazioni sono diventate involontariamente set di video disponibili online, diffusi su canali Telegram o venduti nel dark web. E il problema è tutt’altro che isolato.
Secondo i dati, il 4% delle circa 10.000 telecamere analizzate risultava accessibile perché configurate con password di fabbrica o troppo deboli. Bastano “123456” o “admin” per aprire la porta digitale a chiunque sappia dove cercare. In molti casi, il flusso video veniva deviato verso server remoti, le credenziali vendute in pacchetti nei circuiti underground. A rischio non solo l’intimità dei salotti, ma anche la sicurezza di bambini, la routine quotidiana e le informazioni personali.
La prima regola è semplice ma spesso ignorata: cambiare subito le credenziali di default con password lunghe, complesse e uniche. Niente nomi propri, date di nascita o sequenze banali. Poi, aggiornare regolarmente il firmware della telecamera per correggere falle note ed evitare dispositivi che non offrono supporto o aggiornamenti.
Fondamentale anche separare la rete Wi-Fi: creare una linea dedicata solo ai dispositivi smart, come le videocamere, permette di contenere i danni in caso di attacco. Limitare l’accesso delle telecamere a Internet, o quantomeno disattivarlo quando non serve, può fare la differenza. E ancora: controllare i log di accesso per individuare eventuali intrusioni, attivare la crittografia (WPA3 e HTTPS) e disabilitare protocolli obsoleti o funzioni non utilizzate.
Le soluzioni economiche e auto-installanti possono essere un rischio: sistemi di sorveglianza assemblati artigianalmente, mal configurati o privi di protocolli di sicurezza adeguati sono i primi bersagli degli attacchi.
In caso di sospetto hackeraggio, è bene eseguire subito un reset completo del dispositivo e ricominciare la configurazione da zero. Se la telecamera è motorizzata e inizia a muoversi da sola, se si rilevano accessi non autorizzati o rallentamenti inspiegabili, è già troppo tardi.
La protezione della casa passa oggi anche dalle difese digitali. Se le videocamere sono strumenti di protezione, vanno trattate come tali: con attenzione, aggiornamenti e configurazioni corrette. Perché in rete, ogni disattenzione può diventare un varco aperto nella nostra vita privata.
A.C.