Greco assume la guida dell’Università della Calabria, un luogo popolato da giovani, e succede al predecessore Nicola Leone. Il nuovo rettore è del 1977, ha 49 anni, e ciò che lo contraddistingue è una visione proattiva e una strategia dinamica. Più precisamente, Greco sembra essere il candidato che meglio si relaziona con la trasformazione digitale e i cambiamenti che essa comporta.
Dunque, Gianluigi Greco accende un lume di speranza per riscattare il suolo calabrese e farvi confluire gli effetti positivi della digitalizzazione. Nel celebrare questo momento, occorre ricordare come il rettore sia stato chiamato a guidare la task force da Palazzo Chigi in materia di Intelligenza Artificiale.
Greco è una mente visionaria che costruisce il futuro senza mai perdere di vista il legame profondo con la memoria del passato: come dichiarato durante la vittoria elettorale, il suo principale ispiratore è Beniamino Andreatta, nonché fondatore dell’Università. Infatti, con questo riferimento, trapela la volontà di assicurare una linea progettuale coerente e stabile nel tempo.
Nel discorso pubblico tenuto da Greco al seminario Global south innovation del meritorio consorzio calabrese Entopan, egli fa emergere una questione chiave. Greco, con riferimento al Breviario mediterraneo, descrive la Calabria come un’isola isolata dall’Italia, dalla Sardegna e dalla Sicilia. Egli, con questo passaggio, affronta un punto nevralgico più profondo: quello della Calabria come dimenticata e incomprensibile ai più. Bisogna fare i conti con una serie di limiti che rallentano la regione, in particolare quello geografico, e proprio da qui sembra voler partire Greco, alla guida del cuore pulsante del luogo.
L.V.
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