La diffusione di contenuti pornografici su internet è una questione che sta assumendo una rilevanza sempre più importante nei dibattiti quotidiani. L’entrata in vigore della nuova norma italiana costituisce un passo in avanti su questo tema, soprattutto nel rapporto tra tutela dei minori e libertà online. Il contenuto della norma si rivolge ai siti pornografici, i quali dal 12 novembre 2025 sono obbligati a introdurre sistemi di verifica dell’età che siano conformi alle regole stabilite dall’Agcom e in caso di violazioni sono previste multe fino a 250 mila euro e l’oscuramento da parte dell’Agcom.
Alcuni dubbi sono stati sollevati rispetto ad un aspetto presente all’art. 4 del provvedimento rilasciato dall’Agcom, nel quale si specifica la tempistica dei “tre mesi dalla pubblicazione della lista” per adeguarsi alla norma. Ciò ha solo un valore procedurale, in quanto permette all’Agcom di informare della delibera gli Stati Membri per poter intervenire sugli operatori che hanno sedi fuori dai confini nazionali, in osservanza del Digital Services Act, del principio del “Paese di Origine”e della direttiva e-commerce.
Come funziona la verifica? I sistemi di verifica possono essere diversi a seconda del sito, tuttavia dovranno garantire il principio del “doppio anonimato”: il sito non sa chi è l’utente che accede e chi verifica l’età non sa a quale sito l’utente vuole accedere. L’accesso verrà effettuato tramite un app o portafoglio digitale che rilascia delle credenziali crittografate che potranno essere usate su più piattaforme. Se l’utente utilizza lo smartphone, il tutto avverrà tramite un documento o carta di identità digitale presente nell’app certificata; mentre se si usa il computer, apparirà un Qr code che attraverso la scannerizzazione certificherà la maggiore età del soggetto. A gestire il sistema potranno essere operatori accreditati, come banche o enti pubblici, con l’obbligo di garantire l’anonimato, la sicurezza degli utenti e una piena integrazione sul piano europeo.
C.Z.
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