In Italia cresce il settore della cybersecurity e le imprese anti-hacker arrivano quasi a 3mila unità. Questo numero rappresenta un incremento del 6% negli scorsi due anni e mezzo, rispetto al boom del 300% registrato nel triennio 2017-2019.
Secondo un’elaborazione di Unioncamere-InfoCamere sui dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio, negli ultimi anni è proseguito anche l’aumento nel numero degli addetti (+7.000 tra il 2018 e il 2020), passati da 21.500 a 28.400 unità, corrispondenti a una media di 15 addetti per azienda.
Analizzando poi i bilanci delle 815 imprese del settore costituite nella forma di società di capitali e che hanno presentato il bilancio negli ultimi tre anni, le quali rappresentano il 32% del totale, il valore della produzione è stato quasi di 3 miliardi di euro. Tale valore è in crescita del 58,8% rispetto a quello realizzato dalle stesse imprese nel corso del 2018. Con 1,3 miliardi (il 44,8 del totale), nel Lazio hanno sede le imprese che fatturano maggiormente; seconda la Lombardia con 754 milioni; terza l’Emilia Romagna (295 milioni).
Per quando riguarda la distribuzione territoriale, la concentrazione più elevata di imprese che si occupano di cybersecurity si localizza nel Lazio, dove al 30 settembre scorso avevano sede 679 imprese, ovvero il 23% del totale. Segue la Lombardia, con 535 imprese anti-hacker. Per diffusione troviamo poi Campania, Sicilia e Veneto. Mentre le imprese che hanno creato più opportunità si trovano in Lombardia, Lazio e Trentino Alto Adige. Per queste aziende lavorano un totale di 18mila addetti, rappresentando il 64% del settore.