Oltre a rappresentare il futuro dei trasporti, i veicoli elettrici e autonomi potrebbero diventare anche il futuro dello spionaggio.
Ma i timori a livello nazionale per le capacità di sorveglianza dei nuovi mezzi di trasporto non sono certo una novità. I veicoli di consumo sono solo una recente aggiunta alle questioni legate alla sicurezza nazionale, e grazie all’economia globalizzata e al moderno sviluppo dei prodotti, sono forse la sfida più difficile da affrontare.
Allo stato attuale, quelle di Tesla sono probabilmente le auto più connesse e diffuse di una nuova generazione di veicoli. Non solo raccolgono un’enorme quantità di dati sul conducente, dai registri delle chiamate alla cronologia del browser di bordo, passando per la velocità media e la cronologia dei percorsi, ma i loro sensori e le telecamere rivolte verso l’esterno possono trasmettere una notevole quantità di informazioni sul mondo circostante.
David Colombo, un programmatore tedesco di 19 anni, all’inizio di quest’anno ha dimostrato che accedere a dati estremamente sensibili degli utenti di Tesla non era solo possibile, ma anche piuttosto facile. Utilizzando un’applicazione di terze parti con accesso alle App di Tesla, Colombo è entrato nei sistemi di oltre venti auto dell’azienda in tutto il mondo, controllando le serrature, i finestrini e i sistemi audio e scaricando un’enorme quantità di informazioni.
“Sono riuscito a vedere una grande quantità di dati. Tra cui dove è stata la Tesla, dove ha effettuato la ricarica, la posizione attuale, dove parcheggia di solito, quando stava guidando, la velocità dei viaggi, le richieste di navigazione, la cronologia degli aggiornamenti del software, persino la cronologia del meteo intorno alla Tesla e molto altro ancora”, ha scritto Colombo in un post su Medium pubblicato a gennaio in cui illustrava nel dettaglio la sua impresa.
Sebbene le vulnerabilità specifiche sfruttate da Colombo siano state corrette, il suo hackeraggio rivela un’enorme falla al cuore di questi veicoli intelligenti: la condivisione dei dati non è un bug, ma una caratteristica.
La quantità di dati che Tesla raccoglie e utilizza è solo la punta dell’iceberg. Non abbiamo ancora visto veicoli completamente autonomi o le tanto decantate “città intelligenti”, con strade e semafori abilitati al 5G. Nel prossimo futuro, le auto non raccoglieranno solo informazioni sul conducente e sui passeggeri, ma anche sui veicoli, sui pedoni e sulla città. Alcuni di questi dati saranno necessari per il corretto funzionamento dell’auto: ridurre le collisioni, pianificare meglio i percorsi e migliorare i veicoli stessi.