La Relazione annuale 2024 del Garante per la protezione dei dati personali dedica un ampio spazio alla tutela dei minori nell’era dell’Intelligenza Artificiale, che se usata senza consapevolezza, può diventare una minaccia pervasiva.
I dati sono drammatici. In due anni i casi di utilizzo dell’AI per la produzione di materiale pedopornografico sono aumentati del 380%, spesso partendo da immagini reali ottenute con ricatti digitali. L’esposizione al rischio è cresciuta del 35% per i ragazzi e del 67% per le ragazze.
Ma la minaccia non è solo criminale. Nella Relazione si parla anche di un fenomeno più subdolo: la dipendenza affettiva dai chatbot. Assistenti virtuali, o meglio “amici virtuali”, come Replika, creati per essere empatici e rassicuranti, stanno diventando per molti amici sostitutivi, rifugi emotivi, mentori e persino partner romantici, con una conseguente svalutazione dei rapporti reali. Questo meccanismo è definito “loop dell’empatia infinita”, un circolo vizioso che può portare all’isolamento e, nei casi più estremi, a tragedie.
Viene citato anche un caso giudiziario in Florida: un ragazzo di 14 anni si è tolto la vita dopo aver sviluppato un legame esclusivo con un chatbot, incapace di riconoscere la sua fragilità emotiva.
Il Garante ha poi lanciato un monito ai genitori sul fenomeno dello sharenting: nel marzo 2025 è partita la campagna “La sua privacy vale più di un like”, per sensibilizzare contro la condivisione ossessiva di foto e video dei figli sui social. A questo si aggiunge il problema del cyberbullismo, che nel 2023 colpiva già il 34% degli adolescenti, con incidenza maggiore tra i minori stranieri.
Per Pasquale Stanzione, presidente del Garante per la protezione dei dati personali, non basta alzare i limiti d’età. La vera risposta è la “pedagogia digitale”, che passa da tre azioni principali: educazione alle relazioni online, massimo rigore nei sistemi di age verification (per impedire l’accesso incontrollato ai contenuti online) e una “alleanza educativa” tra istituzioni e comunità per costruire consapevolezza digitale nei più giovani.
La tecnologia può essere una risorsa ma non può sostituire la relazione umana. L’identità nasce nel rapporto con l’altro e nessun algoritmo può davvero coglierne la fragilità.
A.C.
Diritto dell’informazione
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