A inizio novembre si terrà a Londra l’ “AI safety summit”, evento internazionale organizzato dal governo britannico e dall’università di Cambridge per discutere dei potenziali rischi dell’intelligenza artificiale e di come mitigarli.
In vista dell’evento, alcuni studiosi ed esperti del settore hanno messo in guardia aziende e istituzioni dai rischi correlati all’AI.
In particolare, gli accademici hanno suggerito che qualunque società o istituzione decida di occuparsi di AI, dovrebbe investire un terzo dei fondi di ricerca e sviluppo sulla dimensione etica di questa tecnologia, per garantirne un utilizzo sicuro e rispettoso. Inoltre, figura tra i suggerimenti per il governo quello di ritenere le aziende responsabili legalmente per qualsiasi danno derivante dall’utilizzo dei loro sistemi di AI, quando tali conseguenze negative possono essere previste e, dunque, prevenute.
Sembra quindi che l’intenzione di una parte del mondo accademico inglese sia quello di smorzare l’eccessivo entusiasmo nei confronti della grande innovazione AI, ricordando allo Stato e ai privati l’importanza di muoversi con cautela di fronte a una tecnologia che evolve così rapidamente.
A tal proposito, Yoshua Bengio, informatico canadese, riconosciuto come una delle voci più autorevoli nel mondo AI, si unisce alla voce dei colleghi per ricordare come gli investimenti in sicurezza debbano avvenire in fretta, poiché il progresso AI procede ad un passo molto più veloce delle precauzioni prese. L’informatico ha affermato: “I recenti modelli sono troppo potenti e significativi per lasciarli sviluppare senza una supervisione democratica”.
SF