Il report per il 2021 dell’associazione Permesso Negato, che si occupa di contrastare la violenza non consensuale in Italia, dimostra che i casi di condivisione di contenuti intimi senza consenso coinvolgono almeno nove milioni di utenti e 190 canali.
Dal rapporto “Stati dell’arte del revenge” dell’associazione specializzatasi nel supporto tecnologico alle vittime di pornografia non consensuale (Ncp) e di altre forme di violenza e attacchi di odio online, emerge, attraverso il suo osservatorio permanente, che in Italia a novembre 2021 vi era la presenza sulla rete di:
- 190 gruppi o canali Telegram attivi nella condivisione di Ncp destinati ad un pubblico italiano;
- 934.900 utenti non registrati ai suddetti gruppi/canali;
- 000 utenti unici nel canale più grande preso in esame.
Si tratta di un trend in crescita: nei 12 mesi trascorsi dall’ultima indagine l’osservatorio di Permesso Negato ha infatti registrato il raddoppio dei gruppi Telegram che condividono/ricondividono contenuti di Ncp destinati ad un pubblico italiano. Tali gruppi sono passati da da 89 a 190 dal Novembre 2020 al Novembre 2021; in aumento di 2.921.212 utenti non unici dei gruppi/canali Telegram in soli 12 mesi.
La diffusione non consensuale di immagini private a sfondo sessuale, a scopo di vendetta o meno, mostra un rischio generalizzato: nessuna classe sociale o demografica è esclusa, dagli adolescenti fino ai rappresentanti delle Istituzioni, dalle personalità pubbliche al singolo privato, con effetti quasi sempre devastanti sulle vite dei soggetti coinvolti.
Secondo la American Psicologica Association in uno studio del 2019, le persone colpite sarebbero il 10% della popolazione, con una incidenza maggiore sui minori. Se a questo dato allarmante si
aggiunge che circa il 51% delle vittime contempla come soluzione al problema la possibilità del suicidio, è facile rendersi conto della immensa gravità del problema.
Ad aggravare la situazione, inoltre, vi è il fatto che gran parte del materiale viene condiviso con il nome e il cognome della vittima o con collegamenti ai suoi profili social, con conseguenze che l’associazione definisce “devastanti” e ripercussioni “non solamente sul piano psicologico e reputazionale, ma sempre più spesso anche sul piano lavorativo”.
Secondo il report, nonostante una recente disciplina specifica sul revenge porn, “la situazione rimane critica, soprattutto per via di piattaforme, per prima Telegram”, che sono “refrattarie” a intervenire e in alcuni casi sembrano “compiacenti e sorde” anche verso la pedopornografia.
Tra le piattaforme virtuose Permesso Negato segnala invece Facebook, Instagram e Microsoft, Google che, adottano una politica di “tolleranza zero” e rispondo in tempi brevi alle segnalazioni. Più difficile invece il rapporto con Twitter.
Tra i metodi di prevenzione del fenomeno l’associazione cita il programma pilota sulle immagini intime condivise senza autorizzazione di Meta di cui Permesso Negato è partner in Europa. Il programma consente alle persone che temono che le proprie immagini intime possano essere condivise senza il loro consenso di inviarne una copia in modo sicuro e protetto per evitare che vengano diffuse su Facebook, Messenger e Instagram.
Permesso Negato nasce nel 2019 e solo nell’ultimo anno ha contribuito a segnalare e far rimuovere circa 3.500.000 contenuti dalle principali piattaforme online.