Il digitale sembra occupare un posto di primo piano nelle strategie del Conte bis. Tre punti su 29 del programma definitivo dell’esecutivo giallo-rosso riguardano il digitale. A occuparsene è stata chiamata Paola Pisano, già assessore all’Innovazione e smart city del Comune di Torino, ora nominata Ministro dell’innovazione. In verità già nel 2001, all’epoca del secondo governo Berlusconi, fu istituito un Ministero per l’innovazione tecnologica, affidato a Lucio Stanca. Al punto 23 del programma del Conte bis si legge: <Per favorire l’accesso alla piena partecipazione democratica e all’informazione e la trasformazione tecnologica, la cittadinanza digitale va riconosciuta a ogni cittadino italiano sin dalla nascita, riconoscendo – tra i diritti della persona – anche il diritto di accesso alla rete>. Quando si parla di cittadinanza digitale ci si riferisce alla possibilità per i cittadini e le imprese di partecipare alla società attraverso mezzi e strumenti digitali. L’obiettivo del governo sembra quindi quello di creare nuove modalità d’accesso a servizi già esistenti e la creazione di nuovi servizi.
La presenza di questi aspetti tra le linee programmatiche del Conte bis segna un rilevante cambio di passo e lascia ben sperare sul versante del riconoscimento della cittadinanza digitale e dell’accesso a internet per tutti. Al punto successivo del programma di governo si parla di trasformazione digitale della pubblica amministrazione per lo sviluppo e la crescita culturale del Paese che deve porsi <come obiettivo l’innovazione tecnologica quale vettore di crescita economica, favorendo l’aumento degli investimenti privati, ancora troppo lontani dalla media europea, in start-up e pubbliche e medie imprese innovative. Nella consapevolezza che l’intero “sistema-Paese” necessiti di rinnovate competenze digitali, anche il progetto di innovazione e digitalizzazione della p.a. costituisce una misura particolarmente efficace per contribuire allo sviluppo e alla crescita economica e culturale del Paese>.
L’ultimo punto dedicato alla società digitale del governo giallo-rosso invita a concentrarsi su portabilità dei dati e diritti dei lavoratori digitali, oltre che sull’introduzione della web tax per le multinazionali del settore.