La trasformazione digitale è di forte interesse da parte del settore culturale che sta sperimentando le potenzialità delle nuove tecnologie nell’aprire nuovi scenari di comunicazione e fruizione. La tecnologia può avere un ruolo importante per l’inclusione di pubblici e la rimozione delle barriere e può permettere la fruizione della cultura che sia socialmente sostenibile e inclusiva.
Secondo le indagini dell’Osservatorio innovazione digitale nei beni e attività culturali della School of Management del Politecnico di Milano, la pandemia ha accelerato il processo di trasformazione digitale della cultura ma serve maggiore supporto della tecnologia.
Su questo fronte i teatri presentano mediamente livelli leggermente più alti dei musei. Per comprare biglietti per gli spettacoli teatrali il web è il canale prevalente e incide sul totale delle entrate in maniera più significativa di quanto non avvenga nei musei. Per questi ultimi c’è la prevalenza della biglietteria fisica. Guardando alle attività di marketing digitale, il 59% dei teatri fa advertising online o sui social, il 23% Search Engine Optimization, il 10% remarketing. Il 58% raccoglie dati in modalità digitale e il 14% ha investito in sistemi di cybersecurity e data protection.
Nel settore dei musei sono molte diffuse le app. Uffizi Gallery, ad esempio, guida l’utente durante la visita, consentendo di scoprire le opere e di trovarle organizzate per posizione o per artista. A Milano il Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano ha una sua app ed esiste anche Brera Plus, il servizio in abbonamento della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidens. Un’app per scoprire musei e siti archeologici è, infine, Google Arts & Culture, su cui si possono trovare immagini presenti in 2 mila istituzioni culturali in 80 paesi, con anche tour virtuali nei musei, siti e luoghi.
In generale, sia nel caso dei musei che per i teatri, solo una istituzione culturale su cinque ha un piano strategico dedicato al digitale e una su due non ha nessuna risorsa dedicata al digitale.
L’innovazione tecnologica può sostenere le organizzazioni e permettere l’adozione di nuovi modelli di business. Un fattore tecnologico abilitante di nuovi modelli di business è quello della blockchain attraverso la produzione di NFT (Non-Fungible Token) che consentono di valorizzare i contenuti museali in modo innovativo all’interno di piattaforme on demand che li presentano in ottica free/premium/freemium. La stampa 3D è un’altra tecnologia che potrebbe aprire a nuove opportunità per i musei sul fronte del merchandising o della conservazione delle opere, con grandi vantaggi in termini di riduzione dei tempi e dei costi di riproducibilità.
Un punto di attenzione riguarda la possibilità di coinvolgere maggiormente gli utenti con cui si viene in contatto nelle fasi post-esperienza, invitandoli maggiormente alla condivisione sui social e proponendo servizi e contenuti aggiuntivi, anche online. È necessario che le istituzioni si dotino di strumenti e personale dedicato alla gestione delle community con attenzione sia al mantenimento della relazione che all’ascolto dei diversi bisogni degli utenti.
(C.D.G.)