È ormai noto che bisogna indossare le mascherine per il viso per ridurre il rischio di infezione causata da Covid19, specialmente in ambienti in cui è difficile mantenere la distanza sociale o fisica. Molte persone si sono chieste quindi se indossare le mascherine per un periodo di tempo prolungato possa arrecare danni alla salute, come respirare più anidride carbonica, per esempio, o comportare carenza di ossigeno.
Se si pensa a determinati luoghi di lavoro in cui l’uso della mascherina è imposto per tutta la durata della giornata lavorativa o agli studenti a scuola o a chi comunque deve indossarla per ore per recarsi in uffici pubblici e fare la spesa, la preoccupazione potrebbe essere più che lecita.
A tal proposito è bene presentare una panoramica su quelli che possono essere i rischi per la salute dei soggetti esposti.
E’ inevitabile dover affermare che, naturalmente, le mascherine per il viso rendono la respirazione più difficile. Per chi è affetto da Broncopneumopatia cronica ostruttiva o asma, o comunque da gravi malattie polmonari croniche, in particolar modo, l’uso continuativo delle mascherine potrebbe aggravare i problemi respiratori, ma non per via della ritenzione di anidride carbonica.
Se però, al contrario, si indossa la mascherina ermetica per un tempo prolungato, c’è la possibilità che si riduca l’apporto di ossigeno e che aumenti la percentuale di anidride carbonica inspirata: questo non può accadere con le classiche mascherine chirurgiche che presentano delle aperture laterali attraverso le quali fuoriesce e rientra l’aria.
Alcuni ricercatori, infatti, hanno stimato che le mascherine FFP2, considerate più ermetiche delle chirurgiche, riducono l’assunzione di ossigeno dal 5 al 20 percento. Sono valori significativi anche per un soggetto sano e di conseguenza si comprende come l’uso prolungato di tali mascherine possa causare problemi di salute, specialmente per persone con preesistenti difficoltà respiratorie.
Una causa primaria di disagio quando si indossa una maschera FFP2 con filtro è l’ipoventilazione, che però, secondo diverse analisi, per meno di un’ora di uso prolungato non ha causato rischi rilevanti.
Indossandole per più ore, invece, l’anidride carbonica si può accumulare all’interno del respiratore e questo potrebbe provocare problemi fisiologici, come mal di testa ed aumento della frequenza respiratoria.
L’Organizzazione mondiale della sanità all’interno del documento “Advice on the use of masks in the context of COVID-19: Interim guidance 5 June 2020 WHO-World Health Organization” ha però affermato che è bene prendere in considerazione alcuni dei potenziali rischi derivanti da un utilizzo prolungato della mascherina.
Alcuni di questi possono essere: il possibile sviluppo di lesioni cutanee facciali, come la dermatite o il peggioramento dell’acne, la potenziale auto-contaminazione, causata principalmente da una mancata pulizia della mascherina stessa o da un danneggiamento di quest’ultima.
In un articolo pubblicato sul British Medical Journal, inoltre, vengono esposti i possibili effetti dannosi riconducibili all’uso prolungato della mascherina ed al primo posto si trova il falso senso di sicurezza comportato dall’utilizzo della mascherina, che porta ad una ridotta adesione alle altre misure fondamentali per il controllo delle infezioni: il lavaggio delle mani e il distanziamento sociale.
Questo effetto è noto in letteratura come “effetto licenza” o “risk compensation”. Altro rischio riportato è l’uso inappropriato, che in linea con il documento chiarisce che il rischio di contaminazione aumenta se le mascherine vengono toccate di continuo o non cambiate/igienizzate correttamente.
In definitiva, l’impatto della mascherina per il viso su chi la indossa dipende dalla salute della persona, da eventuali malattie respiratorie preesistenti, dal tipo di mascherina e dal periodo di tempo in cui la persona la indossa. Nella maggior parte dei casi gli effetti dell’uso prolungato della mascherina in tessuto sono piccoli e poco significativi.
È bene però ricordare, in definitiva, che le mascherine sono una delle nostre migliori linee di difesa contro la diffusione del COVID-19, non solo per proteggerci dal contagio del virus, ma anche per impedirci di trasmetterlo ad altri.