L’evoluzione di robot umanoidi come Digit sta aprendo la strada a un nuovo modo di concepire il lavoro umano, in cui entra in gioco una questione fondamentale: gli standard di sicurezza.
Digit è un robot dotato di gambe che riescono a flettersi all’indietro, ma nonostante le sue capacità fisiche questo robot presenta ancora dei difetti, tra cui uno scarso equilibrio. Dopo essere stato ripreso mentre cadeva infatti, sono state sollevate numerose perplessità circa i rischi fisici e psicologici di affiancare robot umanoidi agli esseri umani. Il rischio fisico non si limita alle cadute, ma pensiamo ad esempio al contatto involontario di una delle pesanti braccia robotiche con una parte sensibile del corpo umano.
La stabilità fisica di questi robot risulta pertanto la principale criticità che devono affrontare i ricercatori dell’IEEE Humanoid Study Group, un consorzio internazionale impegnato nello sviluppo di nuovi standard di sicurezza per i robot umanoidi.
I ricercatori, che sostengono la necessità di una regolamentazione specifica, spiegano che il motivo per cui i robot come Digit sono progettati con sembianze umane sia semplice: devono operare nei nostri spazi. Per farlo in sicurezza però questi robot devono prima di tutto riuscire rimanere in piedi, e proprio di questo aspetto si sta occupando l’Agility Robotics.
Poiché ogni azienda potrebbe affrontare il problema a proprio modo, risulta necessaria una standardizzazione delle regole nel campo della robotica, il cui scopo non sia limitare la creatività progettuale, ma garantire un livello minimo di sicurezza condiviso da tutte le imprese del settore.
Un altro aspetto che risulta essere centrale è quello legato al fattore psicologico: dato che gli umanoidi ci assomigliano tendiamo a proiettare su di loro aspettative umane che potrebbero trarci in inganno. Al fine di limitare questi rischi i ricercatori dell’IEEE si raccomandano che gli standard di regolamentazione includano valutazioni di sicurezza emotiva e linee guida per evitare alienazione psicologica.
S.B.