I rischi in cui può imbattersi un’azienda al giorno d’oggi per quanto concerne la propria reputazione digitale sono molteplici.
Siti internet che riportano false informazioni, recensioni ingenerose, commenti sparsi sul Web sono tutte minacce dalle quali ogni azienda deve tutelarsi.
In questo scenario, al netto di vari strumenti gratuiti e/o a pagamento messi a disposizione per il monitoraggio (es.Google Alerts, Mention), ruolo fondamentale assume la Social Media Policy.
Differente per ciascuna azienda e solitamente per ogni social utilizzato, giuridicamente è un regolamento interno che costituisce un codice di condotta volto ad inquadrare la relazione su internet, in particolare sui social network, tra l’azienda e i suoi dipendenti (interna) oppure tra l’azienda e i suoi clienti esterni (esterna). Proprio come un contratto giuridico, esso è attivo solo dopo essere stato firmato da tutte le parti coinvolte (dipendenti e collaboratori).
Obiettivo della policy è quello di evitare che la comunicazione online danneggi la reputazione aziendale e definire le modalità di interazione con la community esterna.
Nel redigere la Social Media Policy occorre precisare come si vogliano mettere in risalto i valori portati avanti dal brand senza tuttavia limitare la libertà d’espressione dei soggetti coinvolti.
Il documento finale, poi, dovrà essere prescrittivo e preciso e spiegare le linee guida fondamentali che lo costituiscono, come le motivazioni alla base della policy, le regole di comportamento, le eventuali sanzioni ecc.
In questo modo è possibile per ciascuna realtà aziendale porre delle solide basi per un dialogo con il mondo esterno professionale e proficuo, evitando di incorrere in sgradite sorprese o errori di gestione che potrebbero costare un caro prezzo all’azienda.
I social media dimostrano infatti come, ormai, la percezione dei consumatori sia un fatto imprescindibile per il successo di un brand sul mercato; in tal senso l’instaurazione di un buon dialogo è fondamentale per incrementare le vendite.