Christine Kim, in un recente intervento pubblico, delinea un argomento convincente a favore della tassazione delle attività all’interno del Metaverso. Nell’universo virtuale avvengono quotidianamente cessioni o locazioni di NFT regolate da smart contracts. Tutte queste attività, effettuate nel mondo virtuale, generano profitto anche nel mondo reale. Secondo l’autrice, le operazioni di compravendita di beni virtuali e la fornitura di servizi dovrebbero essere considerate reddito imponibile in quanto soddisfano i criteri tradizionali di reddito.
Kim mette in guardia rispetto alla creazione di un possibile paradiso fiscale all’interno del Metaverso, sottolineando la necessità di applicare una tassazione seguendo nuovi approcci di politica fiscale. Un aspetto cruciale nella discussione è il metodo di riscossione fiscale nei mondi digitali decentralizzati. Kim esamina due possibili approcci: obbligare le piattaforme a trattenere le tasse sulle transazioni o permettere agli utenti di dichiarare direttamente i loro guadagni in base ai record delle transazioni.
Un altro aspetto interessante che troviamo nell’articolo della studiosa è l’importanza del coinvolgimento dei legislatori all’interno del Metaverso. Kim suggerisce che l’applicazione dei principi fiscali alle operazioni economiche del Metaverso potrebbe aiutare i politici a comprendere meglio il valore economico generato all’interno dell’universo virtuale e ad esplorare nuove tecnologie per regolamentarlo.
Tuttavia, l’implementazione di una tassazione in tempo reale potrebbe incontrare opposizioni e sfide, considerando la natura decentralizzata del Metaverso. Le piattaforme dovranno bilanciare la riscossione anticipata delle entrate con le preoccupazioni degli utenti per mantenere una partecipazione attiva. La tassazione in tempo reale potrebbe non avere senso nel mondo fisico, ma potrebbe diventare una realtà nelle economie virtuali e i legislatori dovranno affrontare queste sfide per plasmare il futuro delle transazioni.
F. S.