L’Italia, rinomata per la sua ricca storia culturale e creativa, sta aprendo un nuovo capitolo nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale (AI). Mentre le principali piattaforme di AI nel mondo hanno radici anglosassoni, una tecnologia italiana sta emergendo, promettendo un approccio unico e culturalmente ricco alla creazione di Intelligenza Artificiale.
Al cuore di questa rivoluzione tecnologica c’è Leonardo, il supercalcolatore del Tecnopolo di Bologna, classificato sesto al mondo per potenza computazionale. Questo straordinario cervello tecnologico, sviluppato da Cineca, ora si fonde con la rete dati avanzata di iGenius, pioniere italiano nel campo del machine learning. Da questa collaborazione nasce l’Intelligenza Artificiale mediterranea, che, almeno per il momento, viene chiamata in modo piuttosto burocratico: “modello Italia”.
“I modelli di linguaggio in ambito di Intelligenza Artificiale hanno il potenziale di democratizzare la conoscenza. Ciò sarà possibile solo se ogni Paese e ogni lingua sarà rappresentato allo stato puro. Oggi i modelli linguistici principali sono addestrati in lingua inglese. E quindi si portano dietro i pregiudizi culturali della lingua inglese. Quando raggiungeranno il grandissimo pubblico e saranno usati quotidianamente da miliardi di persone diffonderanno quei pregiudizi”, ha spiegato Uljan Sharka, fondatore di iGenius.
La lingua non è mai neutra; è l’espressione di una civiltà, un modo di percepire il mondo, ragionare e relazionarsi. È un carattere e un approccio unico alle cose del mondo. ChatGPT, per esempio, pensa in inglese e si confronta con il resto dell’umanità traducendo il suo pensiero.
Come sarà, dunque, l’Intelligenza Artificiale italiana? L’immaginazione ci porta a sognare un’AI che rifletta la profondità della cultura italiana, un connubio tra tradizione e innovazione. Si prospetta un’entusiasmante sinergia tra tecnologia avanzata e identità culturale.