La pandemia ha amplificato l’utilità del web e l’incremento degli usi della Rete è documentato da tutte le statistiche istituzionali e aziendali. Ma già nel 2019 la Rete è stata utilizzata regolarmente dal 74% degli individui tra i 16 e i 74 anni. Dato significativo anche se al di sotto della media europea, pari all’85%.
A non accedere a Internet sono soprattutto i nuclei familiari composti da anziani e le persone con basso titolo di studio. Spicca inoltre la differenza tra nord e sud: il 30% delle famiglie offline è nel meridione, in comuni con massimo 2mila abitanti.
Sono alcuni degli spunti ricavabili dall’ultimo Rapporto annuale 2020 dell’Istat, che disegna l’Italia all’epoca del Covid-19, con incertezze e aspirazioni di ripresa. L’indagine diffusa nei giorni scorsi mostra che sono ancora 6 milioni e 175 mila le famiglie italiane che non hanno accesso a Internet. Il rapporto evidenzia anche le difficoltà nell’uso degli strumenti digitali da parte degli studenti, emerse e accentuatesi durante il lockdown: il 45,4% degli studenti nella fascia di età 6-17 anni (pari a 3 milioni 100mila) ha difficoltà nella didattica a distanza, a causa della carenza di strumenti informatici in famiglia, assenti, in numero inferiore al necessario o da condividere con altri. Inoltre, in Italia, gli utenti con competenze digitali elevate sono il 22% contro il 33% della media europea.
L’analisi dell’Istat si concentra sulle criticità strutturali come possibili leve della ripresa e conferma l’urgenza di politiche di digitalizzazione dell’economia e del rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione.