I due temi centrali che guidano il dibattito sono l’impatto che l’AI ha sulle Smart City e il rafforzamento della sovranità digitale, intesa come capacità dello Stato di controllare infrastrutture, dati e innovazione tecnologica.
Il concetto di Smart City si è modificato nel tempo, e oggi rappresenta non più solo le città informatizzate, ma quegli ecosistemi dinamici che sfruttano enormi quantità di dati per rispondere in tempo reale alle esigenze dei cittadini.
L’articolo 14 della legge AC 2316-A riconosce il valore dell’AI nella pubblica amministrazione, promuovendone l’uso per migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi, ma ribadendo al tempo stesso il fatto che le decisioni rimarranno sempre nelle mani dei funzionari pubblici.
L’Italia vuole rafforzare il controllo sulle infrastrutture digitali e sui dati sensibili, e nonostante sia stata respinta la proposta di rendere obbligatoria l’installazione dei server sul suolo nazionale, il disegno di legge (artt. 5 e 6) prevede che le PA privilegino soluzioni con dati localizzati in Italia, riducendo così la dipendenza da operatori esterni, soprattutto extraeuropei.
L’Italia punta anche al rilancio economico attraverso l’AI: l’articolo 23 prevede infatti un fondo di 1 miliardo di euro, gestito da CDP Venture Capital, per finanziare startup e PMI nei settori dell’AI, della cybersecurity, delle tecnologie quantistiche e delle telecomunicazioni.
Il disegno di legge AC 2316-A rappresenta un piano ambizioso per una gestione pubblica dell’Intelligenza Artificiale che riesca a valorizzarne le potenzialità a beneficio della collettività, fornendo all’Italia l’opportunità di diventare un modello europeo nella gestione etica, trasparente e innovativa dell’AI.
S.B.
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