Le tecnologie fanno parte della quotidianità e influenzano le nostre vite, e ci si immagina che in futuro saranno presenti anche nell’ambito della salute, del benessere e dell’esercizio fisico.
Nel mondo del fitness il metaverso troverà una sua collocazione consentendo di vivere esperienze sempre più immersive nelle quali ciò che sarà virtuale verrà percepito come reale. A parlare di mondo virtuale, per la prima volta, è lo scrittore Neal Stephenson con il suo romanzo “Snow Crash” (il cui genere è fantascienza postcyberpunk, ndr) pubblicato nel 1992 in cui racconta un mondo virtuale dove gli esseri umani interagiscono tra loro attraverso avatar online come se fossero dei personaggi dei videogiochi.
Si va a parlare dell’era web 3.0 (la terza epoca di internet, ndr) che si basa sull’interazione tra l’uomo e la “macchina” mediante degli avatar, ovvero delle figure grafiche animate dei videogame che sono in grado di dialogare in maniera intelligente con l’utente umano.
Il metaverso è considerato un mondo parallelo che apre nuovi orizzonti, quindi c’è la possibilità di entrare in quest’universo digitale anche per praticare yoga e meditazione? Si suppone che in futuro un’insegnante di yoga possa iscriversi a delle piattaforme del metaverso, indossando un visore e creando il proprio avatar. Non solo questo, ma anche si potrà creare uno spazio (una sala virtuale unica nel suo genere, ndr) dove dare sfogo alla fantasia e accogliere gli avatar degli allievi così da guidarli nelle pratiche e negli esercizi in maniera realistica e coinvolgente.
Facendo in questo modo, si sostiene che le lezioni diventeranno più educative ed efficaci così da avere una migliore interazione tra le persone visto che a volte la “freddezza” di uno schermo di un computer crea una distanza tra la gente.
Un anno fa l’azienda Alo, che organizza corsi di yoga e di meditazione, ha voluto sperimentare l’uso del metaverso nella meditazione. Infatti, questa azienda ha aperto Alo Sanctuary uno spazio su Roblox,(piattaforma dove è possibile creare mondi virtuali, ndr) dove agli avatar viene consegnato uno Yoga Mat virtuale (il tappetino dove si pratica yoga in versione virtuale, ndr) e si può passeggiare e seguire le lezioni di Mindfulness (pratica di meditazione, ndr) e di yoga. È uno spazio tridimensionale che rappresenta un luogo di guarigione e di ritiro immerso nel verde, con luci calibrate e suoni meditativi e rilassanti in background. Questo permette gli utenti di immergersi nel presente durante le meditazioni guidate di diversa durata.
L’impiego della realtà virtuale in ambito terapeutico è sempre più diffuso, con un numero crescente di applicazioni volte a migliorare la qualità della vita di persone affette da diverse forme di demenza e di chi presta loro assistenza. Nel campo della salute mentale, da alcuni anni si assiste a una vivace sperimentazione con l’uso della realtà virtuale, promossa da diversi gruppi di ricerca che esplorano come le tecnologie interattive, grazie ai loro vari gradi di immersione. Queste realtà virtuali sono in grado di aiutare a stimolare la memoria di pazienti affetti dall’Alzheimer e la malattia di Huntington, ma anche per contrastare ansia e depressione.
Un ambiente virtuale immersivo consente di ricreare scenari e interazioni tipici del mondo reale, suscitando interrogativi e nuove direzioni di ricerca. Mentre cresce il desiderio di svolgere nel metaverso attività quotidiane come lavoro, shopping o incontri, emergono anche timori legati all’allontanamento dalla realtà concreta. Con esperienze sempre più realistiche, il rischio è che per molti, soprattutto giovani, il mondo fisico perda importanza.
Il fenomeno hikikomori (purtroppo diffuso da anni in Giappone e si sta diffondendo anche negli USA ed Europa, ndr) cioè ragazzi che già oggi non escono mai di casa, trascorrendo ore su internet, sui social media e sui videogiochi, dimenticando persino di nutrirsi o di interagire con la realtà, ne è un esempio.
Inoltre, problemi come le molestie virtuali hanno portato all’introduzione di misure di sicurezza, come la “bolla” tra avatar, per prevenire episodi indesiderati.
M.P.