Da sempre l’innovazione tecnologica investe il mondo dell’Informazione. Con la forza degli algoritmi, oggi l’intelligenza artificiale condiziona sempre più gli scenari del giornalismo. I processi di automatizzazione sollevano questioni di natura etica, professionale, giuridica, finendo per incidere sui fondamenti stessi della professione giornalistica: l’indipendenza, la formazione, la deontologia.
Nel suo intervento, il prof.Ruben Razzante, ha spiegato che le nuove frontiere dell’innovazione digitale, in particolare i chatbot e l’intelligenza artificiale, “non devono spaventare, ma vanno governati. In particolare, il giornalismo si trova a un bivio: lasciarsi travolgere da queste trasformazioni e adeguarvisi abdicando allo spirito critico insito nell’esercizio della professione o provare a rideclinare e riformulare i capisaldi del diritto di cronaca, attraverso un nuovo concetto di verità sostanziale dei fatti”.
“I giornalisti – ha aggiunto il professore di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano – sono chiamati a riportare la verità sostanziale dei fatti, che si nutre di verifica delle fonti e di corretta esposizione dei fatti, con onestà intellettuale, obiettività e buona fede. La neutralità dell’algoritmo, invece, non è garantita ed è per questo che è necessario un patto tra tutti gli attori di produzione e distribuzione dei contenuti in Rete, affinché prevalga una corretta gestione dei dati e una dimensione etica nell’utilizzo degli strumenti digitali, sempre al servizio del diritto all’informazione di tutti i cittadini-utenti”.