I ricercatori, infatti, hanno sviluppato un sistema che, attraverso le vibrazioni rilevate dai sistemi di movimento dei telefoni cellulari, consente di stimare lo stato di salute di un ponte, in modo da valutare la necessità di interventi di manutenzione. “La scoperta principale è che le informazioni sulla salute strutturale dei ponti possono essere estratte dai dati dell’accelerometro raccolti dagli smartphone”, afferma Carlo Ratti, direttore del Mit Sensable City Laboratory.
La ricerca è stata condotta, in parte, sul Golden Gate Bridge e in Italia. Per testare la loro ipotesi, i ricercatori hanno raccolto i dati degli accelerometri di due smartphone montati su due automobili che hanno attraverso il Golden Gate Bridge, a San Francisco, oltre cento volte, dopo di che hanno sviluppato un metodo analitico che permettesse, a partire da questi dati, di risalire alle frequenze modali del ponte.
Successivamente hanno applicato questo sistema a dati di crowdsourcing provenienti da conducenti di Uber che avevano completato più di 70 viaggi sul Golden Gate Bridge e i dati derivanti da un’applicazione sviluppata appositamente per il personale addetto alla manutenzione stradale, che ha registrato oltre 250 viaggi su un breve ponte di cemento armato, parte di uno svincolo autostradale a Ciampino.
Dai risultati è emerso che i dati derivanti da due soli smartphone offrivano una stima delle frequenze modali del ponte con la stessa precisione di 240 sensori fissi: ciò significa, concludono gli autori dello studio, che l’inclusione di questo sistema in un piano di manutenzione potrebbe aggiungere oltre 14 anni di vita a un nuovo ponte, senza costi aggiuntivi
Il lavoro pubblicato sulla rivista Communications Engineering e in cui ha collaborato anche Paolo Santi dell’istituto di Informatica e Telematica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) punta a essere ampliato per monitorare ponti e viadotti dell’intera rete stradale.