Alcuni cambiamenti introdotti durante il periodo caratterizzato dall’emergenza sanitaria si sono radicati e sono diventati la nuova normalità. Ad esempio, la sostituzione della socializzazione diretta con quella telematica e lo svolgimento dell’attività lavorativa da remoto si sono normalizzati, contribuendo ad incrementare la frequenza di navigazione in rete.
Questo incremento inevitabilmente ha offerto maggiori opportunità ai cyber-criminali. Infatti, il settore del financial cybercrime rappresenta un bacino molto remunerativo ed appetibile sfruttato da molte organizzazioni criminali.
Oggi un attacco cyber può avere effetti devastanti non solo su singoli utenti o investitori, ma anche per piccole e medie imprese, che possono subire ingenti perdite economiche e danni d’immagine.
In particolare, in Italia nel 2022 sono state frodate 156 grandi, medie e piccole imprese, per un ammontare complessivo di oltre 20 milioni di euro di profitti illeciti, dei quali oltre 4 milioni recuperati proprio grazie all’intervento della Polizia postale.
Ma i rischi non aumentano solo sul fronte del Finance. Risultano infatti in corso campagne massive anche nei confronti di infrastrutture e aziende operanti in settori strategici quali comunicazione e difesa. Si tratta soprattutto di campagne di phishing, diffusione di malware distruttivi (specialmente Ransomware), attacchi Ddos, campagne di disinformazione e leak di database. I casi registrati nel 2022 sono 12.947, il 138% in più rispetto ai 5.434 del 2021.
Il dato positivo invece riguarda i cyber reati contro la persona che nel 2022 sono lievemente diminuiti. Infatti, i casi di revenge porn trattati nel 2022 sono stati 244 e secondo il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (Cncpo) prosegue la lieve diminuzione dei casi trattati già evidenziata nella rilevazione di medio termine.
Anche sul piano del cyberbullismo si registra una leggera flessione del fenomeno: nel periodo di riferimento sono stati trattati 323 casi, una contrazione che può essere interpretata come effetto della normalizzazione delle abitudini dei ragazzi: non si può escludere che il ritorno ad una vita sociale priva di restrizioni abbia avuto un’influenza positiva sulla qualità delle interazioni sociali e delle relazioni tra coetanei.