Nel 2018 WindTre ha dato il via a un progetto di educazione digitale, NeoConnessi, in collaborazione con la Polizia Postale, la Società Italiana di Pediatria e, da quest’anno, anche con l’Ordine Nazionale degli Psicologi. L’obiettivo è quello di promuovere un uso consapevole e responsabile della tecnologia, non solo nei confronti dei più giovani, ma anche verso genitori e insegnanti.
Il progetto, al quale si può accedere gratuitamente online, coinvolge quasi la metà degli istituti italiani di primo e di secondo grado, per un totale di circa 2 milioni di studenti.
A suscitare particolare interesse è il fatto che per la prima volta i genitori devono educare i propri figli all’utilizzo di strumenti che loro non hanno avuto modo di conoscere durante l’infanzia. Lo psicologo sociale Luca Bernardelli ha infatti affermato: “Siamo tra le prime generazioni ad avere a che fare con un mezzo molto potente e pericoloso, senza avere però degli strumenti per poterlo arginare o indirizzare adeguatamente, sia su di noi come adulti ma soprattutto su bambini e adolescenti”.
Numerosi studi internazionali mostrano delle correlazioni tra un uso eccessivo dei dispositivi digitali e i disturbi alimentari, dell’attenzione, dell’apprendimento, del sonno, della vista, psicologici e comportamentali.
Tra i sintomi più comuni di questa eccessiva esposizione al digitale vi è il sempre più crescente fenomeno dell’isolamento, che vede un giovane su dieci in una condizione di solitudine rispetto al mondo che lo circonda. Rilevanti sono anche gli effetti sul comportamento, che può soffrire dell’esposizione tecnologica e registrare un aumento dei livelli di aggressività sadica.
Bernardelli spiega infine che, tra i genitori, quelli più fortunati sono quelli che lo sono diventati da poco o che lo diventeranno a breve, poiché potranno iniziare fin da subito ad educare i figli con i dovuti mezzi e la giusta consapevolezza. Infatti «se sono ancora piccoli gli si può facilmente vietare di usare lo smartphone fino al raggiungimento di una certa età, ma se sono già più grandi bisogna cercare di offrire ai propri figli più esperienze significative che compensino il tempo speso sul web».
S.B.
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