“Semaforo rosso per il cibo Made in Italy? NO, GRAZIE!”. Con questo titolo è partita nei giorni scorsi su Change.org la petizione contro la proposta di adottare in tutta Europa il cosiddetto sistema Nutriscore per l’etichettatura degli alimenti. Postata sulla nota piattaforma, la petizione è stata sottoscritta tra i primi dall’assessore regionale all’Agricoltura dell’Emilia Romagna, Alessio Mammi.
L’assessore ha annunciato il proprio sostegno all’iniziativa nel suo intervento all’Assemblea dei delegati del Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano, con l’invito a sottoscrivere l’appello diffuso via internet rivolto ai colleghi assessori regionali, al Governo, agli europarlamentari italiani di ogni colore politico, ai produttori dell’agroalimentare e, più in generale, a medici e nutrizionisti.
“Etichettare prodotti di eccellenza- afferma Mammi- come il vostro ‘Re dei formaggi’ o il Prosciutto di Parma con un bollino rosso come se fossero cibi che mettono a rischio la salute è una vera e propria assurdità. Così facendo, anziché orientare in modo corretto i consumatori, si finisce solo per accrescere la disinformazione, arrecando un grave danno al cibo Made in Italy”.
In uno dei passaggi centrali della petizione si sottolinea come ormai sia “venuto il tempo di costruire un’alleanza a tutela dei nostri prodotti Dop e Igp, alla qualità, alla bontà e alla sicurezza del cibo made in Italy, che è cibo sicuro e controllato. Questa è una battaglia che l’Italia deve giocare unita insieme ad altri Paesi europei: noi siamo per dire quali sono i nutrienti dei cibi e sostenere che i cibi vanno consumati nelle giuste quantità”.
“Noi, prosegue il testo della petizione, siamo per la soluzione NutrInform, proposta dall’Italia, un sistema che permette di rappresentare graficamente la percentuale assunta di energia e dei singoli nutrienti rispetto alla porzione di consumo consigliata dell’alimento. Un modello trasparente con basi scientifiche molto più serie. Con il Nutriscore ci rimetterebbero gli agricoltori, le imprese agroalimentari, i lavoratori italiani e le loro famiglie. E il nostro buon cibo, che sa raccontare storia e bellezza dell’Italia. Ci rimetterebbero i cittadini travolti da informazioni sul cibo semplicistiche e scorrette”.
“Per contrastare un modello di etichettatura che penalizzerebbe ingiustamente molti prodotti alimentari italiani ed emiliano-romagnoli- chiude Mammi- bisogna insistere molto anche sull’importanza di una corretta educazione alimentare rivolta a famiglie e giovani, con la consapevolezza dell’origine dei cibi e una grande attenzione alla varietà degli alimenti. Temi sui quali come Regione stiamo lavorando da tempo, per tenere alta la bandiera dei nostri 44 prodotti a marchio Dop e Igp che tutto il mondo conosce e apprezza da tempo”.