La scorsa settimana il Consiglio dei ministri ha approvato il Vademecum “Buona pratiche di cyber hygiene per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni”, uno strumento essenziale per migliorare la sicurezza informatica nel settore pubblico. Il documento, realizzato dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, offre delle indicazioni chiare per proteggere i dati e i servizi pubblici della PA.
Il principio alla base del Vademecum è che la cybersicurezza dipende soprattutto dai comportamenti quotidiani delle persone. Infatti, la maggior parte degli attacchi informatici che colpiscono le pubbliche amministrazioni sono causati da degli errori umani. Per questo motivo, il documento ha individuato 12 buone pratiche da adottare ogni giorno, con l’obiettivo di responsabilizzare i dipendenti pubblici e aumentare la sicurezza nei contesti digitali in cui operano. Tra queste raccomandazioni troviamo un utilizzo di password sicure e aggiornate, l’attivazione dell’autenticazione a due fattori, l’adozione di comportamenti prudenti nell’uso dell’Intelligenza Artificiale, l’evitare l’accesso a reti Wi-Fi pubbliche non protette e una gestione attenta delle e-mail istituzionali.
L’iniziativa nasce in risposta a un contesto sempre più esposto alle minacce digitali. Infatti, solo nel 2024 sono stati registrati 756 attacchi informatici contro le pubbliche amministrazioni italiane, e oltre il 50% di questi è riconducibile a degli errori umani. Attualmente c’è la necessità di rafforzare la formazione e la consapevolezza del personale, al fine di proteggere non solo le infrastrutture pubbliche ma anche i dati e i servizi fondamentali per i cittadini.
S.C.