Sostenibilità in ottica di equità e pari opportunità per tutti, contrasto del gender gap e superamento di ogni forma di discriminazione legata alle differenze di genere. Durante la crisi pandemica tutti questi temi sono diventati essenziali per costruire una risposta credibile ed una ripartenza economica. Vale per la questione ambientale tanto per quella di genere. Si tratta di strategie centrali nei prossimi anni e il PNRR deve rendere effettivi i Lep in modo universale fra nord e sud.
“Quando si parla di sostenibilità, il sentire comune è quasi sempre orientato su temi prettamente ambientali. Ma il processo per uno sviluppo che possa davvero ritenersi “sostenibile” deve correre lungo molteplici binari, tutti orientati verso un miglioramento sociale del nostro mondo. Uno di questi è la parità di genere. L’ONU definisce la parità di genere non solo un diritto umano fondamentale, ma una base necessaria per un mondo pacifico, prospero e sostenibile. Investire sulle donne è, inoppugnabilmente, investire sul futuro. È ciò che intendiamo fare, per una Puglia in cui la parola equità sia vita quotidiana e quotidiano appagamento dei sogni di tutte e di tutti”, ha dichiarato l’Assessora all’Ambiente della Regione Puglia Anna Grazia Maraschio.
Non può esserci sostenibilità senza parità. La Strategia regionale per la parità di genere integra la strategia per la sostenibilità e non si tratta di un obiettivo numerico, un traguardo liberale, ma dell’indispensabile presupposto per perseguire gli altri obiettivi di bene comune fissati nell’Agenda ONU 2030: clima e cura del pianeta, lotta alla povertà, pace e giustizia, tutela dei minori e delle persone fragili, comunità e città sostenibili, consumo responsabile. Occorre affrontare gli aspetti più strutturali e sistemici legati alle diseguaglianze territoriali e alle discriminazioni di genere, etniche, religiose e anagrafiche, gli effetti redistributivi, le nuove povertà e la povertà educativa, la mobilità sociale. Senza riduzione del gender gap, senza redistribuzione delle risorse delle opportunità di qualità della vita e senza giustizia sociale, la transizione non sarà né ecologica né giusta.
La pandemia ha reso la situazione socioeconomica ancora più allarmante e le donne del sud sono state le più penalizzate: in Puglia solo il 37,7% degli occupati è donna. In tal senso, gli indirizzi di policy rivolti alla ripresa e al rilancio assegnano un ruolo chiave alla PA, con particolare attenzione alla dimensione di genere. Tra le numerose e valide proposte che già sono state avanzate, può essere interessante prendere in considerazione anche una strategia innovativa come quella del gender procurement, che prevede di introdurre la promozione della parità di genere nei rapporti di acquisto e di fornitura di ogni tipo.
In questo contesto la Regione Puglia si è impegnata nella costruzione dell’Agenda di Genere regionale, articolata in diverse aree di policy per suggerire obiettivi strategici ed operativi che concorrano al perseguimento di diversi Goal dell’Agenda ONU. Tutto questo non per una compensazione sociale, purtroppo tardiva, ma per una transizione giusta.