Abbiamo deciso di promuovere un confronto tra tutti i Presidenti degli Ordini regionali dei Giornalisti attraverso interviste su alcuni temi centrali per il futuro del mondo dell’informazione e della professione giornalistica.
Oggi pubblichiamo l’intervista del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Abruzzo, Stefano Pallotta.
1. Qual è la valutazione attuale dell’Ordine sulla libertà d’informazione in Italia; prevalgono i progressi o le preoccupazioni
Sicuramente prevalgono le preoccupazioni anche alla luce del recente provvedimento della camera dei deputati sul divieto imposto ai giornalisti di pubblicare notizie riguardanti i provvedimenti cautelari fino alla fine delle indagini. Una limitazione che colpisce prima di tutto il diritto dell’opinione pubblica ad essere informata, quindi il diritto della persona oggetto del provvedimento di far conoscere esattamente le ragioni per le quali viene indagato e infine il diritto-dovere del giornalista di informare l’opinione pubblica. Con un colpo si abbattono tre diritti fondamentali in nome di una falsa interpretazione della direttive europea del 2016 sulla presunzione di innocenza
2. Quali strategie o iniziative l’Ordine promuove per contrastare efficacemente le fake news e la disinformazione?
Il problema della disinformazione e delle cosiddette fake news è un fenomeno che riguarda prevalentemente la rete e i social. E alla luce del fatto che ormai ci si informa anche attraverso questi strumenti la questione assume aspetti rilevanti che non possono riguardare solo i giornalisti i quali hanno condotte professionali regolate da norme deontologiche. La questione riguarda l’intera società che deve attrezzarsi anche culturalmente per orientarsi verso informazioni che abbiano la garanzia dell’applicazione del metodo della critica e della verifica delle fonti. In altre parole, la capacità di saper distinguere le informazioni professionali da quelle immesse in rete per ragioni che nascondono interessi politici, finanziari, commerciali, pubblicitari e persino per burla. Senza un salto culturale di questa portata la disinformazione, anche con l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale, sarà sempre più invadente con effetti dirompenti per la vita democratica
3. Qual è il ruolo dell’Ordine nell’incoraggiare e promuovere una maggiore copertura giornalistica sull’ambiente e sulle questioni legate alla sostenibilità?
Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti recentemente ha approvato la “Carta di Pescasseroli: linee guida per la consapevolezza ambientale nella professione giornalistica”. Su iniziativa degli ordini regionali dell’Abruzzo, Lazio e Molise si è arrivati alla definizione di una carta, firmata lo scorso 13 dicembre all’Aquila, con la quale si stabiliscono principi di responsabilità, accuratezza, equilibrio e proattività nell’informazione ambientale.
4. Come considera l’Ordine l’impatto dell’Intelligenza Artificiale nel campo giornalistico e quali sfide o opportunità presenta?
L’Intelligenza Artificiale è la sfida delle sfide per il mondo dell’informazione. A nessuna (giornalisti, editori, politici, opinione pubblica) deve sfuggire l’aspetto etico di questo importante progresso tecnologico destinato, molto probabilmente, a rivoluzionare, più di quanto non lo abbia già fatto, non solo il mondo dell’informazione e della comunicazione ma l’intero vivere umano. L’introduzione dell’AI nelle redazioni (cosa che già sta avvenendo) deve essere regolamentata con estrema chiarezza. Il fruitore dell’informazione ha il diritto insopprimibile di sapere se quello che legge lo ha scritto un giornalista applicando il suo filtro intellettuale e quindi critico o un algoritmo ispirato da interessi diversi e manipolatori. Ritengo quindi, per quanto riguarda le possibili iniziative che l’Ordine può mettere in campo, sia quello di recepire nel testo unico dei doveri del giornalista regole precise sull’uso che gli operatori dell’informazione possano fare dell’AI.