L’obiettivo è permettere a chi la indossa di sentire gli oggetti toccati nei mondi di realtà virtuale, come il metaverso appunto. Come spiega la stessa Samsung, la tecnologia “consente di percepire simultaneamente più parti sensoriali di un mondo digitale, proprio come la pelle umana, tra cui la temperatura”.
Dietro al nome e-skin vi è una nuova tecnologia che cerca di simulare vari sensi simili alla pelle umana, dal dolore agli sbalzi di temperatura e pressione. Il professor Jung spiega che la skin elettronica permetterà alle persone, con i propri avatar nel metaverso, di toccare gli oggetti e altre parti degli scenari in cui si trovano, condividendo le sensazioni con gli altri.
Nella pratica, la e-skin è uno strato da indossare su mani, piedi e altre parti del corpo per ottenere piccole scosse di corrente elettrica, simile a quelle inviate dal cervello umano agli arti, per avere la sensazione di star compiendo attività più vicine alla fisicità, anche in scenari tridimensionali.
La e-skin, potrebbe non solo rivoluzionare la realtà virtuale, ma ha anche un ruolo nel mondo della medicina. Come spiegano i fautori, circa il 40% dei pazienti negli ospedali soffre di piaghe da decubito. Un materasso dotato di uno strato di e-skin potrebbe rilevare i cambiamenti di pressione e i pazienti o gli infermieri potrebbero monitorare la situazione e ricevere avvisi tramite un app per smartphone connessa. Ma non solo: la pelle digitale sarebbe estremamente utile nei casi di pazienti con parte del corpo ustionata e difficilmente recuperabile.
Una sezione di pelle digitale andrebbe a coprire la zona malconcia, restituendo al paziente una sensazione sovrapponibile a quella precedente, con un feedback chiaro del tocco o del cambiamento della temperatura sul corpo.
Gli studi sulla e-skin sono in corso da diversi anni, e ad essere impegnata sul tema non è solo Samsung con il suo Future Technology Promotion Project. Anche il California Institute of Technology sta sviluppando una pelle elettronica capace di misurare i parametri vitali, mentre un gruppo di ricercatori della Graduate School of Engineering dell’Università Tokyo ha realizzato una pelle in materiale flessibile che rileva battito cardiaco e impulsi elettrici dal movimento dei muscoli.
La soluzione di Samsung vuole tuttavia andare oltre: in questo caso si tratta di simulare in tutto e per tutto il comportamento della pelle umana, e dunque non solo di rilevare parametri vitali.