La Commissione europea e la Rete delle autorità nazionali per i consumatori (CPC) hanno chiesto a Whatsapp di chiarire le modifiche apportate nel 2021 ai suoi termini di servizio e alla politica sulla privacy, e di garantire la loro conformità alla legge UE sulla protezione dei consumatori.
Il caso era stato sollevato dalla Beuc, l’organizzazione europea dei consumatori, che a luglio aveva segnalato a Bruxelles le presunte pressioni che l’applicazione di messaggistica avrebbe esercitato nei confronti dei suoi utenti al fine di accettare le nuovi condizioni d’uso e sulla privacy. Secondo la Beuc, tali pressioni, portate avanti attraverso notifiche in-app continue e persistenti, costituirebbero una violazione della Direttiva Ue sulle pratiche commerciali sleali.
La Commissione europea chiede dunque a WhatsApp di chiarire se ai consumatori vengono date informazioni sufficientemente chiare sulle conseguenze della loro decisione di accettare o di rifiutare i nuovi termini di servizi del social network. Le domande riguardano, inoltre, la correttezza delle notifiche in-app di WhatsApp che spingono i consumatori ad accettare i nuovi termini e la politica sulla privacy. Ci si chiede se i consumatori abbiano un’adeguata possibilità di conoscere le nuove condizioni d’uso prima di accettarle.
Commissione ed autorità per i consumatori sono preoccupate anche per lo scambio dei dati personali degli utenti fra WhatsApp e terze parti o altre società di Facebook/Meta. WhatsApp ha tempo fino alla fine di febbraio per interagire con gli organi competenti.