A partire dai giorni scorsi, la Corte Suprema degli Stati Uniti dovrà dedicarsi all’esame di due casi molto significativi in tema di libertà d’espressione online. Si tratta di due leggi adottate rispettivamente in Florida e in Texas, che vogliono frenare l’azione moderatrice delle piattaforme sui contenuti che circolano al loro interno. Questi provvedimenti risalgono al 2021, a seguito della rimozione dei profili social di Donald Trump durante l’assalto al Congresso: la Florida introduce una legge per multare le piattaforme che bannano persone candidate a cariche pubbliche, mentre il Texas vieta alle piattaforme di rimuovere contenuti che esprimano il punto di vista dell’autore. In entrambi i casi, l’obbiettivo è quello di evitare la “censura” sui social, data dal fatto che le piattaforme possono eliminare tutto ciò che non è conforme alle proprie normative.
In risposta alla presentazione di queste leggi, la Computer & Communications Industry Association e NetChoice, che rappresentano gli interessi delle grandi aziende tecnologiche statunitensi, hanno intentato una causa per bloccarne l’entrata in vigore. Questo in nome del principio che le piattaforme hanno sostenuto e difeso negli ultimi anni: ogni social ha il diritto di decidere cosa può essere pubblicato sul proprio sistema, così come avviene per le scelte editoriali dei singoli giornali. Questo concetto è inoltre avvalorato dal Primo Emendamento della Costituzione americana che protegge la libertà di espressione e di stampa.
Nel caso in cui queste leggi vengano considerate costituzionali, le piattaforme dovrebbero sviluppare versioni alternative dei loro social network in Florida e Texas, mostrando agli utenti contenuti meno filtrati. Tuttavia, questa distinzione potrebbe rivelarsi tecnicamente complessa in quanto è difficile limitare con precisione l’accesso a un sito web in base alla posizione. Inoltre, l’approvazione definitiva di questi provvedimenti potrebbe portare altri Stati, che avevano espresso perplessità analoghe, a seguire le orme dei primi due.
Parlando delle argomentazioni portate dalle due parti, secondo le aziende tecnologiche, eliminare la moderazione dei contenuti potrebbe causare un aumento della diffusione di fake news e contenuti offensivi, lasciando circolare liberamente violenza e pensieri estremisti. Dall’altro lato, molti membri del Partito Repubblicano, da cui nascono queste iniziative legislative, lamentano che i social network favoriscano i Democratici, limitando la circolazione delle idee conservatrici attraverso la censura.
La Corte Suprema dovrebbe esprimersi entro giugno, a cinque mesi dalle presidenziali di novembre. È quindi evidente che questa decisione avrà un forte impatto sulle imminenti elezioni nonché sul futuro della democrazia americana.
A.L.R