Nel diagnosticare le malattie le tecnologie, e in particolare gli smartphone, si stanno dimostrando sempre più utile e questo è l’ultimo modo in cui le fotocamere degli smartphone hanno dimostrato di essere efficaci nella diagnosi dell’Alzheimer.
Lo scorso anno Google aveva mostrato, alla conferenza per sviluppatori I/O 2021, un software in grado di riconoscere problematiche della pelle semplicemente fotografando parti del corpo da analizzare tramite Intelligenza Artificiale. Gli studiosi di San Diego guidati dal professor Edward Wang, in un’intervista con The Verge hanno spiegato come gli occhi, ma soprattutto le pupille siano una metrica per rilevare l’Alzheimer.
Il tipo di misurazione, che non fornisce un risultato immediato, può rappresentare un primo approccio di screening verso pazienti a rischio Alzheimer, riducendo i costi per le analisi in laboratorio che richiedono più tempo e macchinari da decine di migliaia di dollari.
Come affermano i ricercatori, la tecnologia a infrarossi è migliore nel rilevare la differenza tra il colore degli occhi e la pupilla, con risultati più dettagliati rispetto all’utilizzo dei sensori standard.
Dopo una serie di procedure richieste ai soggetti che decidono di affidarsi a questa app, le risposte vengono registrate per poi essere analizzate a captare i diversi disturbi cognitivi a esse collegate. Gli studiosi hanno constatato che in base a diversi impulsi dati dallo smartphone, le pupille reagiscono in maniera diversa, dando così feedback differenti a seconda della presenza di eventuali disturbi. Sicuramente questo è un grande passo sia in ambito tecnologico sia per la salute delle persone: un metodo preventivo che può salvare la pelle a molti.