La Global Minimum Tax è l’intesa raggiunta in sede Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) nel luglio del 2021 tra 139 giurisdizioni con l’obiettivo di riformare la tassazione internazionale. Tale accordo mira a garantire che le multinazionali paghino una quota significativa di tasse nel Paese in cui svolgono le proprie attività, anziché limitarsi a farlo solo nel Paese in cui hanno la loro sede fiscale.
Più nel dettaglio, la Global Minimum Tax è un’imposta del 15% che dovranno pagare i gruppi multinazionali o nazionali, big tech incluse dunque, con ricavi consolidati non inferiori 750 milioni di euro.
A livello globale l’imposta minima al 15% è stata introdotta per recuperare tassazione dalle multinazionali e mettere un freno al fenomeno del dumping fiscale. Le maggiori entrate fiscali stimate a livello mondiale sono pari a 150 miliardi di dollari all’anno con la tassazione minima globale e si prevede una riassegnazione di oltre 125 miliardi di dollari di profitti al territorio in cui sono stati prodotti.
In Italia questa tassa entrerà in vigore dal 1° gennaio 2024. In questo modo, dando forma concreta agli accordi internazionali, si spera di poter recuperare risorse da utilizzare per coprire i costi della prossima Legge di Bilancio.