Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione attorno alla necessità di una regolamentazione che disciplini puntualmente limiti e responsabilità nell’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale.
L’esigenza di trovare una regolazione di settore è fatta palese dagli stessi imprenditori e sviluppatori dei nuovi sistemi di AI, i quali in più occasioni hanno chiesto pubblicamente l’introduzione di regole ad hoc.
Il Parlamento europeo, dal canto suo, ha dato il via libera in data 14 giugno 2023 all’Artificial Intelligence Act (AI Act), che regola l’intelligenza artificiale nel rispetto dei diritti e dei valori dell’Unione europea.
Nel frattempo, alcuni leader tecnologici cominciano a occupare il ruolo non coperto dalle istituzioni, quello spazio nato proprio grazie alle potenzialità delle moderne tecnologie digitali.
Dopo l’annuncio da parte di Amazon di un investimento da 4 miliardi di dollari per competere con i rivali del cloud nel settore dell’intelligenza artificiale, la sfida per il dominio nel settore diventa sempre più spietata.
L’acquisizione della startup rappresenta per il colosso dell’e-commerce una risposta importante alle sfide lanciate sul mercato negli ultimi mesi da Microsoft e Alphabet, oltre a quelle dei rivali più piccoli che nel corso dell’anno hanno commercializzato o sviluppato tecnologie di intelligenza artificiale. Tutte operazione che testimoniano quanto stia diventando stretto il legame tra le società del cloud e le startup dell’AI.
Dal 2019 ad oggi, per esempio, Microsoft ha investito miliardi di dollari nella collaborazione con OpenAI. Allo stesso modo, Alphabet ha stanziato 450 milioni di dollari proprio nella raccolta fondi di Anthropic, realtà con cui dovrebbe continuare ad avere un rapporto anche dopo l’operazione di Amazon.
Diverso è il comportamento di Apple, leader del settore. Negli ultimi anni Apple è stata la principale acquirente di aziende di AI e apprendimento automatico, come rivela la società di ricerca di mercato PitchBook. La spesa folle di Apple in AI dimostra che la tecnologia è davvero al centro del futuro dei prodotti di consumo dell’azienda, dall’iPhone al MacBook.
Ad ogni modo, il ruolo assunto dalle big tech è, di fatto, quello di soggetti privati dotati di poteri analoghi a quelli statuali. Quello che si auspica è un percorso che l’Unione europea non può ignorare, se non si vuole delegare ad organismi privi di legittimazione democratica il potere di realizzare un bilanciamento dei diritti fondamentali.
C.L.