In Italia l’emergenza cyberbullismo rimane molto sentita, anche se per fortuna qualche segnale di regressione del fenomeno si percepisce. Merito anche della nuova legge in materia, che responsabilizza i bulli, le famiglie, le scuole e le piattaforme di condivisione online. Anche le organizzazioni internazionali stanno facendo la loro parte, conducendo ricerche e campagne di sensibilizzazione rivolte a insegnanti e genitori in un’ottica preventiva e di tutela dei minori nel web.
I dati di un recente sondaggio lanciato dall’Unicef e dal Rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite sulla violenza contro i bambini tracciano un quadro aggiornato sul cyberbullismo: ne è vittima un adolescente su tre e il fenomeno è in ascesa, anche nei Paesi a basso reddito. Hanno partecipato all’indagine oltre 170mila giovani fra i 13 e i 24 anni provenienti da vari Stati. Tre quarti dei ragazzi del campione ha inoltre dichiarato che i social network come Facebook, Instagram, Snapchat e Twitter sono i luoghi in cui si verificano più comunemente fenomeni di bullismo online.
L’Unicef chiede azioni immediate trasversali a tutti i settori per porre fine al bullismo e alla violenza nelle scuole con l’attuazione di politiche per proteggere giovani e bambini da cyberbullismo e bullismo; con la creazione e dotazione di help line nazionali per supportare i bambini e i giovani; con l’avanzamento degli standard e delle pratiche etiche per i provider dei social network, specialmente per quanto riguarda la raccolta, l’informazione e la gestione dei dati; con la raccolta di dati migliori e disaggregati sul comportamento dei bambini e dei giovani online per fornire informazioni utili; con la formazione di insegnanti e genitori per prevenire e rispondere al cyberbullismo e al bullismo, in particolare per i gruppi vulnerabili.
In tema di prevenzione, Unicef Italia ha avviato varie iniziative tra cui l’elaborazione di un kit didattico per le scuole dal titolo “Non perdiamoci di vista”, finalizzato ad accrescere la consapevolezza dei rischi legati a bullismo e al cyberbullismo con la realizzazione di percorsi educativi che consentano ai ragazzi di sviluppare empatia e solidarietà attraverso una riflessione sul modo in cui costruiscono e vivono le loro relazioni.