Generative Pretrained Transformer, ovvero ChatGPT, è il nuovo chatbot sviluppato da OpenAI in grado di comprendere il linguaggio umano e intrattenere conversazioni anche molto complesse.
La possibilità di interagire con una macchina in modo simile a quanto si fa nella “vita reale” è sempre stata uno dei principali obiettivi degli studi tecnologici a partire dal test di Turing nel 1950. Nel corso dei decenni l’affinarsi delle tecniche e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale hanno portato a notevoli progressi sotto questo punto di vista.
Fenomeno di massa in questo momento, ChatGPT (come per tutti i chatbot) simula il linguaggio e il comportamento umano grazie a una precedente attività di addestramento del modello e della rete neurale: l’ampiezza dei sample con cui è allenata l’IA determina, di solito, l’accuratezza del risultato.
Le frasi di ChatGPT sembrano naturali, hanno una costruzione e una sintassi indistinguibile rispetto a quella umana e sono in grado di rispondere in modo molto pertinente al contesto.
Un’altra peculiarità del nuovo chatbot è la capacità di correggersi e ammettere i suoi errori e i suoi limiti riguardo certi quesiti.
In un contesto in cui tali strumenti vengono considerati semplicemente un gioco, ChatGPT offre invece anche la possibilità di supportare lavori creativi: è infatti in grado di comporre canzoni, testi, articoli e post per i blog.
È considerato “il re dei chatbot” anche per la capacità di evitare contenuti discriminatori e offensivi (a differenza dei suoi simili passati). Per provare ChatGPT è sufficiente registrare un account personale sul sito di OpenAI oppure effettuare il login con un account Google o Microsoft.
Il futuro di questi strumenti innovativi potrebbe essere legato sempre più al mondo del lavoro, che già ora vede in alcune aziende il loro utilizzo per fornire risposte puntuali agli utenti senza scomodare il supporto tecnico.