L’emergenza epidemiologica causata dal Covid19 sta diventando una vera e propria pandemia digitale ed il report “Check Point Software Technologies” effettuato dalla Dimensional Research ha recentemente analizzato i dati e gli eventi di sicurezza informativa relativi a questa pandemia. Ne è emerso che il 95% delle aziende ha sperimentato durante questo periodo problemi di sicurezza legati allo smart working.
La ricerca ha inoltre evidenziato che il 61% delle aziende si preoccupa, giustamente, dei rischi per la sicurezza e dei cambiamenti necessari per facilitare il lavoro agile, mentre il 55% cerca come migliorare la sicurezza dell’accesso da remoto.
E’ evidente che la pandemia causata dal Covid19 ha colto le aziende e soprattutto i dipendenti altamente impreparati ad un lavoro di massa da remoto e per tale motivo si sono rese necessarie modifiche veloci alle infrastrutture per gestire gli accessi (come la creazione di Vpn e l’utilizzo del Cloud), facendo anche ricorso alle piattaforme di videoconferenza per le riunioni a distanza.
Un ulteriore punto critico che caratterizza questo momento di grande incertezza si riscontra negli attacchi informatici avvenuti ai danni del sistema sanitario. L’indagine “Clusit” effettuata durante il 2020 ha registrato un record negativo di attacchi informatici: sono stati infatti 1871 gli attacchi gravi di dominio pubblico effettuati a livello globale, con un impatto sistemico in ogni aspetto della società. Si tratta di circa 156 attacchi al mese e questo risulta il valore più elevato mai registrato prima d’ora.
In termini percentuali, nel 2020 l’incremento degli attacchi cyber a livello globale è stato pari al 12% rispetto all’anno precedente mentre negli ultimi quattro anni il trend si era mantenuto costante.
Bisogna inoltre evidenziare che, a seguito dei profondi cambiamenti sociali ed economici verificatisi nella società, anche gli hacker si sono riposizionati in fretta, cominciando, in un primo momento, a creare siti legati al Coronavirus e successivamente attaccando direttamente le persone, attraverso un’enorme mole di e-mail phishing.
A sostegno di ciò, anche il rapporto annuale effettuato da Microsoft, “Digital Defense Report”, ha analizzato le principali minacce informatiche a livello globale riscontrate nel corso dell’ultimo anno ed ha segnalato che c’è stato un rapido aumento anche della sofisticatezza degli attacchi, con tecniche che rendono sempre più complessa la difesa, mettendo in pericolo anche gli utenti più esperti.
Sono state effettuate anche numerose operazioni di spionaggio ai danni di enti di ricerca ed aziende coinvolte nello sviluppo dei vaccini contro il Covid. Questo dato è stato rilevato dagli esperti di “Clusit”, Associazione Italiana per la sicurezza informatica, che, nel rapporto sulla sicurezza Ict in Italia e nel mondo, hanno messo in luce che, proprio durante la pandemia, i cybercriminali hanno sfruttato la situazione di disagio collettivo ed estrema difficoltà per colpire le vittime. Come detto precedentemente, infatti, nel settore della sanità gli attacchi a tema Covid-19 perpretrati sono fortemente cresciuti.
Il presidente di Clusit, Gabriele Faggioli, ha affermato: <I dati presentati mostrano ancora una volta che l’accelerazione continua del cybercrime ha un impatto sempre più elevato sulla società. Lavoriamo a fianco delle istituzioni per promuovere un processo virtuoso di crescita tecnologica, che parta dalla formazione in età scolastica, passando dal supporto delle start up, e arrivi alla condivisione di sapere e alla collaborazione tra pubblico e privato, al fine di garantire continuità sociale ed economica>.