In un sistema scolastico sempre più caratterizzato dall’utilizzo di strumenti tecnologici, l’elemento di sorpresa è giunto dalla Svezia. In seguito ad un’indagine che collegava la minor capacità di lettura degli studenti all’uso eccessivo di dispositivi digitali, il paese ha deciso di riprendere le attività scolastiche riducendo la presenza di tablet in classe a vantaggio di carta e penna. Tali risultati richiamano l’attenzione sull’importanza di un uso equilibrato delle nuove tecnologie a scuola e sulla necessità di integrarle «secondo un modello determinato e regolamentato, non lasciato al caso», come si legge nel documento Unesco “Intelligenza artificiale generativa e il futuro dell’educazione”. L’allarme Unesco segue i risultati di un sondaggio, condotto a maggio in 450 tra scuole e università di tutto il mondo, che rileva la generale mancanza di linee guida nell’uso dell’Ai nell’istruzione.
Mentre ci interroghiamo su tablet, carta, penna e Ai, gli obiettivi del Pnrr per la digitalizzazione delle scuole disegnano linee di intervento che coinvolgono ambienti, strumenti e competenze, nella direzione di scuole innovative e connesse. L’utilizzo delle tecnologie è interpretato in chiave sociale di inclusione e abilitazione di competenze, di riduzione dei divari territoriali e di contrasto alla dispersione scolastica. Questo è quanto emerge dall’aggiornamento del Piano nazionale scuola digitale (Pnsd). «Il Pnsd – si legge nel rapporto – ha l’intento di mettere a sistema un uso inclusivo della didattica digitale, per ridurre tutte le forme di disuguaglianza educativa e la dispersione scolastica».
Nell’ampiezza di azioni previste per giungere ad un’effettiva digitalizzazione delle scuole la strada sembra chiara, benché densa di tappe importanti che non possono essere ignorate. Per le aree “a rischio”, quelle tappe e quel percorso rappresentano una strategia per avvicinare e prendersi cura degli studenti, delle loro famiglie e dei territori. In questo contesto, docenti e dirigenti scolastici dovranno lavorare con “metodo pedagogico”, libri e tecnologie, cura e attenzione sociale ai contesti nei quali operano. Un percorso nel quale la digitalizzazione delle scuole è una piccola parte di un puzzle complesso, ma tuttavia fondamentale per fornire alle nuove generazioni gli strumenti per contrastare i disagi e le forme di devianza che, in particolare, i contesti marginali alimentano.
F. S.