La legge sul libro, denominata “Piano nazionale d’azione per la promozione della lettura”, è entrata in vigore il 25 marzo del 2020 fissando il tetto di sconto al 5%. La legge prevede inoltre il “patto per la lettura”, la nomina di “capitali italiane del libro”, iniziative nelle istituzioni pubbliche come scuole e biblioteche e la “carta della lettura”. Grazie a quest’ultima iniziativa lo Stato contribuisce alle spese per l’acquisto di libri, prodotti e servizi culturali da parte di cittadini residenti nel territorio nazionale. La carta ha un importo pari a 100 euro, utilizzabile dal titolare entro un anno dal suo rilascio, nei pagamenti per l’acquisto di libri anche digitali.
Nonostante l’introduzione della legge sul libro, alcuni segmenti di mercato come librerie e cartolibrerie si sono trovate in difficoltà nei primi mesi del 2021. L’allarme della crisi dell’editoria infatti, era stato lanciato l’aprile scorso quando Sil Confesercenti, nella giornata mondiale del libro, aveva denunciato come in Italia si stesse assistendo ad una moria di negozi fisici a causa della pandemia e della conseguente crescita di librerie online.
Recentemente però, come sottolineato da Sil Confesercenti, la legge sul libro e il bonus 18App hanno attutito l’impatto degli effetti peggiori dell’emergenza sanitaria sulle librerie di prossimità: in seguito alla loro introduzione, infatti, il 35% delle attività dichiara di aver incrementato le proprie vendite. È quanto emerge da un sondaggio condotto da SWG per il Sindacato Italiano Librai Confesercenti tra librai e lettori.
In particolare, solo il 9% dei librai ha continuato a registrare perdite di clienti dopo l’introduzione del bonus 18App e delle nuove regole sulla scontistica arrivate con la Legge sul Libro. Anche per chi non ha visto un aumento netto delle vendite, l’esperienza è stata comunque positiva: il 32% dei librai dichiara di aver guadagnato nuovi clienti, il 16% di aver visto tornare vecchi clienti che si erano allontanati, e il 13% (grazie soprattutto al bonus 18App) ha registrato un aumento di giovani.
Un risultato positivo, che ha contribuito a ridurre l’impatto negativo dell’emergenza, che comunque c’è stato, in particolare sotto forma di accelerazione della concorrenza online dovuta alle restrizioni dei punti vendita fisici. Prima della pandemia il 47% dei consumatori acquistava libri soprattutto presso librerie di prossimità, mentre il 28% lo faceva presso una grande libreria di catena o all’ipermercato e solo il 25% online; dall’inizio della pandemia ad oggi, invece, la percentuale di acquirenti online è quasi raddoppiata, arrivando al 43%, mentre la quota di clienti di grandi librerie e ipermercati è scesa al 15%. Un calo che ha coinvolto anche le librerie di prossimità, che hanno visto ridursi il proprio market share dal 47 al 33%.
A spingere i lettori verso l’online la comodità del servizio (ragione indicata dal 72% del campione), la percezione di un prezzo più conveniente (44%) e anche l’impossibilità di accedere ad un punto di vendita fisico, ragione sottolineata dal 29% dei consumatori. Anche online, però, si cerca la carta: il 75% ha acquistato almeno un libro cartaceo, contro un 45% che ha preso un ebook e solo il 6% che si è rivolto ad un audiolibro.
A far resistere le librerie di prossimità, invece, sono soprattutto posizione e qualità del servizio: il 37% le sceglie perché vicine, ma il 30% invece per la specializzazione e il 28% per la competenza del personale, tanto che il 45% dei consumatori ritiene che le piccole librerie siano ancora indispensabili per scegliere buone letture. Certo è che le librerie non sono rimaste con le mani in mano, ma hanno affrontato la sfida posta dall’emergenza con l’innovazione di servizio. Dall’inizio della pandemia, il 71% delle piccole librerie di prossimità e delle librerie indipendenti ha attivato un servizio di consegna a domicilio, il 23% aperto o rinnovato un sito per la vendita online, il 42% ha aderito ad un network di vendita online, come Bookdealer e Libri da Asporto, e un 19% si è rivolto a marketplace nazionali come IBS o internazionali come eBay e Amazon.
La centralità delle librerie di prossimità nel mercato editoriale è confermata anche per quel che riguarda la distribuzione di libri di testo scolastici. Le librerie sono infatti il canale più scelto (dal 37% delle famiglie), anche più dell’online (25%) e dei canali della grande distribuzione (19%) e dell’usato/scambio con altri studenti (19%). Un sistema che per ora tiene, ma l’insoddisfazione delle famiglie è in crescita: il 39% ritiene che la distribuzione di libri per la scuola sia insoddisfacente, perché si riscontrano ogni anno ritardi e disservizi. Pesa, inoltre, l’aggravio economico: una famiglia su due (il 53%) richiede infatti un bonus statale che faciliti l’accesso a queste spese.