Negli ultimi anni la digitalizzazione ha profondamente modificato le modalità di pagamento. Inizialmente è stato il boom degli acquisti online a stravolgere le nostre abitudini. Infatti, grazie a piattaforme di e-commerce come Amazon o eBay, l’acquisto online è diventato sempre più conveniente ed ha ridotto la circolazione del contante. Con l’arrivo di servizi di pagamento digitale come PayPal, Apple Pay e Google Pay le transazioni oggi sono diventate ancora più agevoli ed efficienti.
Diversamente da quanto accadeva in passato, le innovazioni in campo finanziario sono top-down, arrivano cioè direttamente dalle istituzioni. In questo contesto si inserisce anche la Banca Centrale Europea (BCE), che sta valutando l’ipotesi di introdurre l’euro digitale.
Tale moneta rientrerebbe nella categoria delle Central Bank Digital Currency (CBDC), ossia monete digitali che vengono emesse dalle banche centrali e viaggiano sull’infrastruttura blockchain. La valuta digitale, inoltre, si distingue da quella elettronica perché non assume mai forma fisica e puo’ essere scambiata esclusivamente attraverso mezzi digitali.
I motivi per cui l’euro digitale puo’ essere considerato diverso o migliore rispetto alle molte innovative soluzioni digitali già disponibili sono diversi.
In particolare, i depositi dei clienti presso le banche commerciali non vengono considerati “moneta della banca centrale”, né lo sono le forme esistenti di pagamenti digitali. L’obiettivo della politica monetaria della BCE è mantenere la stabilità dei prezzi e preservare il valore della moneta comune, in modo che i cittadini abbiano una “garanzia” che assicuri il mantenimento del loro potere d’acquisto. Infatti, se adottate ufficialmente, le CBDC avrebbero corso legale.
Al cuore del progetto dell’euro digitale c’è anche l’obiettivo di mantenere il legame tra i cittadini e la moneta della banca centrale. Al momento la maggior parte delle persone associa la tecnologia blockchain alle criptovalute o agli stablecoin, valute digitali che, a differenza delle CBDC, non avendo un ente emittente ufficiale risultano molto volatili. L’euro digitale è diverso, sarebbe la moneta della banca centrale e quindi risulterebbe convertibile (uno-a-uno) con le banconote in euro.
Le monete digitali non mirano a sostituire il contante, il loro obiettivo principale rimane quello di offrire un’alternativa all’interno delle economie digitali e preservare la coesistenza di denaro sovrano e denaro privato. Da qui, infatti, nasce la stabilità finanziaria e monetaria che garantisce la concorrenza e l’efficienza nei mercati dei pagamenti.
La Commissione europea ha garantito che l’euro digitale si distinguerà anche per una solida protezione della privacy. La Banca Centrale Europea, infatti, non avrà accesso né ai dati personali degli utenti né alle loro preferenze di pagamento. Con la possibilità di effettuare pagamenti offline, inoltre, il livello di protezione dei dati sarà superiore rispetto a qualsiasi altro metodo di pagamento digitale attualmente disponibile.
È fondamentale che le scelte progettuali per le CBDC nascano dalle reali esigenze dei consumatori. La valuta infatti avrà successo soltanto se offrirà sistemi di pagamento comodi e somiglianti a quelli in contanti.
La BCE vuole quindi introdurre una moneta digitale che coesista con il contante e i depositi, favorendo la collaborazione con il settore dei pagamenti e sostenendo il processo di digitalizzazione nell’economia europea.
Alla fine del 2023 l’Europa deciderà se testare le soluzioni tecniche e disegnare gli accordi commerciali necessari. Ma la BCE non è l’unico soggetto che si sta muovendo in questa direzione: tutte le principali banche centrali stanno esaminando la possibilità di emettere una CBDC.
Di conseguenza bisogna considerare attentamente tutti gli aspetti legati all’euro digitale, ma non si può aspettare che gli sviluppi in una giurisdizione abbiano impatti al di là dei confini nazionali con ripercussioni sull’internazionalizzazione delle valute.
M.M.