Con Telemedicina si intende l’erogazione di una prestazione sanitaria a distanza. Questo termine fu infatti introdotto negli anni Settanta dallo statunitense Thomas Bird per indicare “la pratica della medicina senza l’usuale confronto fisico tra medico e paziente, utilizzando un sistema di comunicazione interattivo multimediale”.
Il primo esempio di Telemedicina risale al 1906, quando l’olandese Einthoven effettuò prove di consultazione remota elettrocardiografica attraverso il telefono, creando l’elettrocardiografo: il telefono era stato da poco inventato e il fisiologo lo utilizzava per trasmettere i suoni del cuore e dei polmoni di un paziente da un luogo ad un altro. Questo primo esperimento si rivelò tuttavia inefficace a causa dei sistemi di comunicazione del tempo.
Risalgono agli anni Cinquanta atri esperimenti di consulto del paziente a distanza, tramite trasmissioni di tracciati elettrocardiografici e elettroencefalografici tra centri specializzati degli Stati Uniti, dell’Australia, del Canada e dei Paesi Scandinavi.
Si dovrà aspettare fino agli anni Sessanta per un’applicazione adeguata della Telemedicina: negli Stati Uniti, prese avvio l’utilizzo di sistemi di comunicazione mirati a monitorare parametri vitali (battito cardiaco, frequenza respiratoria) degli astronauti nello spazio, assicurando loro un’assistenza sanitaria il più possibile efficace.
Indicativamente nel periodo tra il 1964 e il 1968 i progetti di comunicazione a distanza di informazioni diagnostiche e cliniche, erano principalmente di iniziativa privata, come quello effettuato dalla Compagnia Bell Labs (New Jersey, Stati Uniti) per la trasmissione di elettrocardiogrammi tra l’aeroporto Internazionale Logan di Boston e l’Ospedale di Massachusetts, a Boston.
Successivamente tra il 1969 e il 1973, prese avvio il programma di Governo americano “National Center for Health Service Research”, che permise la promozione ed il finanziamento di progetti di ricerca applicata riguardanti diverse tematiche (emergenza, educazione sanitaria, formazione dei medici), volti ad garantire una migliore assistenza sanitaria a comunità sparse sul territorio. Risalgono a questo periodo i collegamenti tra il Norfolk State Mental Hospital ed il Nebraska Psychiatric Institute per consulti medici, nonché le trasmissioni inerenti il campo ginecologico in Canada, utilizzanti linee televisive.
La terza fase dello sviluppo della Telemedicina iniziò nel 1974 con la telematica applicata nel campo dei servizi sanitari, al fine di migliorarne la qualità, l’accessibilità e l’efficienza, contenendo, anche i costi della stessa. In questi anni anche il Giappone avviò progetti di Telemedicina, con la creazione, intorno al 1973, del Medical Information System Development Center (MEDIS-DC), diretto da medici, esperti di informatica, telecomunicazioni ed economia e finanziato dal Ministero per l’Industria ed il Commercio Estero.
In Italia, le prime esperienze di trasmissione di segnali bio-medicali furono condotte nel 1970 dalla Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, con la sperimentazione di un prototipo di cardiotelefono; queste ricerche portarono nel 1976 alla creazione di un “Comitato per la Telemedicina”, il quale, dopo un viaggio negli Stati Uniti, pubblicò un primo report su proposte operative di assistenza specialistica remota. Un altro progetto è quello avviato a Bologna nel 1976 dalla Fondazione Marconi relativamente a ricerche di tele-elettrocardiografia su linee telefoniche commutate, le quali consentivano di rilevare per via transtelefonica gli elettrocardiogrammi direttamente dall’Ospedale presso l’abitazione del paziente senza che il cardiologo si recasse a domicilio.
Nello stesso anno, il Centro Studi e Laboratori Telecomunicazioni (CSELT) iniziò una ricerca sulle caratteristiche trasmissive necessarie all’organizzazione del Pronto Soccorso e, successivamente realizzò, d’intesa con la SIP, un collegamento dedicato tra l’Ospedale “S.Giovanni” di Torino ed il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Susa, per il consulto specialistico a distanza. Il sistema era composto da apparecchiature commerciali, quali: Videolento BLT, fax, viva-voce, nonché dal ricetrasmettitore realizzato dalla Fondazione Marconi.
Agli inizi degli anni Ottanta venne condotto il progetto Telemed in ambito di Research and development in Advanced Comunication in Europe (RACE) che portò alla realizzazione, con esperti del campo diagnostico e terapeutico, di sistemi di Telemedicina da immettere in commercio.
Negli anni Novanta, infine, complice la capillare diffusione delle tecnologie informatiche, la Telemedicina è diventata non più solo oggetto di studi ed esperimenti, ma normale ausilio dell’arte medica che se ne è avvantaggiata, nelle applicazioni quotidiane, beneficiando anche dei suoi costi contenuti. In Campania è stato avviato con esito positivo il “Progetto Isole”, del Dip. di ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che ha consentito la realizzazione di un sistema di videoconsulto radiologico, cardiologico nonché di medicina generale che collega i centri di assistenza medica locale di due isole della provincia napoletana (Ischia e Procida) con i presidi ospedalieri di due comuni dell’area metropolitana di Napoli (Pozzuoli e Giugliano).
Attualmente in America, l’organo nazionale ufficiale di promozione della telemedicina è l’American Telemedicine Association (ATA), un’associazione senza scopo di lucro costituita nel 1993 al fine di promuovere e sviluppare programmi di ricerca e sperimentazione di apparati e servizi di telemedicina, definendone i requisiti funzionali e tecnici. Fra i membri dell’ATA rientrano medici, professori universitari ed esperti di informatica e telecomunicazioni.
In Giappone il MEDIS DC oggi continua ad avere il compito di creare e sviluppare un sistema nazionale di servizi sanitari, con sottosistemi regionali adeguati alle varie realtà geografiche e sociali, che impieghi tecnologie avanzate ed innovative e che, soprattutto, coinvolga un numero sempre più consistente di medici ed utenti finali. Grazie a tale progetto, l’assistenza sanitaria in Giappone raggiunge ormai livelli di efficienza molto elevati, con particolare riferimento all’organizzazione degli ospedali
Due progetti italiani nell’ambito della Telemedicina che stanno riscuotendo successo sono quelli sviluppati dalle startup DaVinci Healthcare e Careapt. DaVinci Healthcare viene lanciata a gennaio 2019 con l’obiettivo avvicinare l’utente medio al mondo della sanità, supportandolo nel prendersi maggiormente cura di sé. Una volta registrati al sito web o sull’app, il consulto potrà avvenire via messaggi, chiamate audio e video, e una volta concluso sarà rilasciato il referto. ParkinsonCare è il progetto di Telemedicina realizzato da Careapt, startup del gruppo Zambon, ed è pensato per l’assistenza da remoto di pazienti cronici affetti da malattie neurovegetative. Grazie alla collaborazione con Confederazione Parkinson Italia Onlus il servizio è stato reso gratuitamente durante il lockdown registrando, a luglio a 2020, dopo appena tre mesi, 4.500 chiamate, 3.389 interventi di teleassistenza, 235 video-consulti con neurologi e altri professionisti del team multidisciplinare.
Dall’inizio dell’emergenza sanitaria Covid-19, il Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità sta collaborando con le realtà operative sul territorio italiano fornendo il suo supporto alla realizzazione di soluzioni concrete, rapide da applicare e aderenti alle norme vigenti e tali da offrire le migliori garanzie di sicurezza sanitaria sia per i pazienti che per i professionisti. La Telemedicina è stata inoltre inclusa tra le attività finanziate dal Pnrr.