Se il social determina che un utente potrebbe essere interessato a cure per il cancro, è possibile che questi venga “bombardato” con annunci pubblicitari riguardanti trattamenti sensazionali contro la malattia, sponsorizzati da cliniche internazionali. Con ogni probabilità si tratta di terapie non testate, la cui efficacia contro i tumori non ha alcuna base scientifica.
Uno degli ospedali coinvolti è il Chipsa (Centro Hospitalario Internacional del Pacifico, S.A), con sede in Messico e una ventina di inserzioni attualmente attive su Facebook. Secondo questi annunci il centro offrirebbe trattamenti non disponibili nel resto del mondo, molti basati sul protocollo Gerson, un metodo nato negli anni Venti del Novecento e incentrato su una dieta organica e vegetariana. Scientificamente, tale protocollo non ha alcuna efficacia contro il cancro. Al Chipsa vengono offerti anche trattamenti a base di vitamina C, nella forma di una soluzione iniettabile conosciuta come Apatone IV. Un oncologo della Wayne State University in Michigan, David Gorski, ha spiegato alla MIT Technology Review che «la vitamina C ha ovviamente un sacco di benefici per la salute. Semplicemente, non cura il cancro».
Un’altra clinica le cui terapie sono state sponsorizzate su Facebook è Verita Life, a Bangkok, Tailandia. Anche questo centro promette effetti miracolosi contro il cancro grazie a terapie alternative.
Le linee guida di community di Meta proibiscono la diffusione di «contenuti che promuovono o sostengono cure miracolose per problemi di salute nocivi», ma viene lasciato molto spazio all’interpretazione. È innegabile che una dieta sana possa aiutare a prevenire molti problemi di salute, ma utilizzare queste informazioni nell’ambito della cura dei tumori all’interno di campagne mirate ai pazienti o ai sopravvissuti al cancro è qualcosa di completamente diverso.
Dal 2019 Facebook tratta le pubblicità false in ambito medico come spam. Durante la pandemia, però, gli sforzi per contrastare la disinformazione non sono andati a buon fine. Uno studio del 2021 redatto dal think tank Institute for Strategic Dialogue ha mostrato come Facebook abbia fallito nell’implementare le sue stesse policy per contenere le informazioni false riguardo ai vaccini.
La MIT Technology Review ha allertato Meta riguardo a cinque pubblicità del Chipsa e tre di Verita Life. Due sono state rimosse dopo la segnalazione, altre tre dopo la pubblicazione dell’articolo. Tra queste, anche quella riguardante il trattamento con Apatone IV.
Nel 2019 l’oncologo Skyler Johnson ha redatto uno studio da cui è emerso come i contenuti medici contenenti informazioni false o fuorvianti avessero più engagement su Facebook rispetto a quelli contenenti elementi fattuali e verificati.
Queste pubblicità che promuovono cure “alternative” possono interferire nella cura della malattia, convincendo i pazienti a non adottare i protocolli standard per la cura contro il cancro in favore di quelle “miracolose”, la cui utilità non è scientificamente provata.