Dentix, la catena di strutture per cure dentistiche, aveva dichiarato fallimento l’anno scorso. Il franchising aveva aperto 57 ambulatori in tutta Italia prima dell’emergenza sanitaria. A causa dello stop forzato e quindi dei mancati incassi, la crisi che stava già attraversando la società spagnola è peggiorata. Così, alla fine del lockdown del 2020, le cliniche non hanno più riaperto.
Molti clienti sono rimasti con trattamenti a metà o non conclusi. A seguito di ciò l’Antitrust ha disposto una sanzione da un milione di euro. Questa multa non può però essere pagata dal ramo italiano del gruppo, che è fallito a novembre 2020.
La maggior parte dei consumatori aveva firmato un contratto di finanziamento, che in molti casi è proseguito anche dopo il fallimento. Dunque molti clienti hanno chiesto ed ottenuto il rimborso. È il caso delle persone che si sono rivolte ad Adiconsum Parma e Piacenza, che hanno messo in atto le procedure di messa in mora della società fallita e delle finanziarie che avevano concesso i prestiti per il pagamento delle cure dentarie. Alcuni di questi hanno proseguito le cure presso strutture convenzionate con le finanziarie, mentre altre hanno ottenuto un risarcimento delle rate pagate.
Aurelio Carlo Vichi, presidente dell’associazione Cisl Parma e Piacenza ha spiegato: “La triste vicenda del caso Dentix, scoppiata nel secondo semestre del 2020 ci spinge ad alcune considerazioni su quanto sia facile da parte di alcuni soggetti speculare sulla salute delle persone spingendole a sottoscrivere finanziamenti non sempre chiari e trasparenti, ma che vengono accettati per necessità di accedere così a cure sanitarie indispensabili. Per questo occorre che le società finanziarie modifichino le loro procedure rendendole più trasparenti e chiare in termini di tassi e spese oltre ad adottare comportamenti etici per migliorare il rapporto che intercorre col cliente finale, che in questo caso oltre che consumatore è anche paziente”.