Sono stati mesi difficili per me, come per tutti, ma nello stesso tempo pieni di creatività. Grazie al cielo né io né la mia famiglia siamo stati colpiti dal Covid-19. Come tutti ho condiviso il dolore della comunità, mi sono commossa davanti alle bare di Bergamo, ho cantato sui balconi, mi sono arrabbiata, poi sollevata, infine sto osservando con orgoglio la potenza di fuoco della campagna vaccinale in Lombardia. Quando ieri io stessa ho ricevuto la prima dose, mi sono commossa per l’efficienza e generosità di tutti gli operatori sanitari e dei militari. Stiamo vincendo la pandemia condividendo le conoscenze tra medicina ed esercito, tra Stati e piattaforme digitali.
In questi mesi difficili ho scoperto nuove strade verso cui dirigermi per il mio lavoro e ho lavorato più che mai. Certo, da casa, ma sperimentando nuovi modi di fare Grazia e di scrivere di cronaca, creando numeri da collezione con grandi personalità, scattando la moda in Australia quando il lockdown m’impediva di farlo in Italia, in Cina quando anche l’Australia chiudeva, in America finché si poteva, in un giro del mondo dei Paesi senza lockdown. In questo anno e più ho imparato a conoscere meglio mia figlia, tra scuole chiuse e riaperte. Averla vicino sempre è stata una benedizione, anche se lei si lamenta continuamente perché lavoro sempre.
Questo periodo di pandemia mi ha portato a nuovi modi di fare giornalismo, mi ha fatto conoscere meglio i social network e la loro carica rivoluzionaria nelle battaglie per l’inclusione, ha accelerato le mie conoscenze digitali. Certo, mi manca la redazione, ma so che torneremo presto a lavorare insieme fisicamente. So anche che non ci sarà più il mondo identico a prima. Abbiamo un anno di più, ma è come se, per conoscenze ed esperienze, ne avessimo molti di più. Sappiamo che la strada per il futuro passa attraverso la rivoluzione digitale ed ecologica. Abbiamo imparato che lo sfruttamento indiscriminato del Pianeta porta alle grandi pandemie come il Covid-19. Il pipistrello, portatore del virus che ha fatto il salto della specie, si trovava infatti dove non avrebbe dovuto essere: in un mercato di animali vivi a Wuhan, dove gli uomini l’avevano portato.
Siamo all’ultima fase della guerra al virus. Sappiamo che la vinceremo e guadagneremo l’immunità in un modo sorprendentemente più veloce di quanto sia accaduto con le altre, più recenti, pandemie. Siamo stati protagonisti di un’accelerazione tecnologica senza precedenti, e il giornale che dirigo ha intensificato l’informazione di qualità su tutte le piattaforme: dai social al sito. Ma solo i contenuti di spessore dell’edizione cartacea, la correttezza e la serietà di un settimanale in edicola possono permetterci di essere garanzia anche per tutto il resto. Ora più che mai abbiamo, da giornalisti, la responsabilità di essere autorevoli.
Silvia Grilli
Direttrice del settimanale Grazia