La violenza di immagini e parole prorompe talvolta dai mezzi di comunicazione nel tentativo di trovare ascolto. Come i venditori in un mercato, tutti i media urlano per sovrastare le voci degli altri. Compito essenziale della deontologia non è creare gride manzoniane che tranquillizzino la coscienza, ma definire e far rispettare quei parametri che danno senso e sostanza al giornalismo quale strumento di civiltà.
Il nostro Paese – o forse l’intero mondo occidentale – vive una crisi etica senza precedenti e i media la riflettono, come è inevitabile che sia. Ma in questo rispecchiare la realtà il giornalista ha il dovere di esercitare il suo senso critico, di sottoporre al vaglio della ragione gli eventi quotidiani, fermandosi a riflettere per cercare di capire.
I giornalisti non sono testimoni muti del loro tempo, diventando voci critiche realizzano il valore più alto della professione che hanno scelto di svolgere. Per questo hanno bisogno di regole deontologiche, altrimenti sono alla mercé di qualunque padrone, senza avere in alcun conto libertà e verità.
Ma proprio libertà e verità sono condizione e obiettivo della professione, come insegnano con il loro esempio i giornalisti più illustri.
L’evento di presentazione del “Manuale di deontologia del giornalismo. Informazione, disinformazione, società” di Michele Partipilo si terrà domani, giovedì 9 marzo, alle ore 10,30 presso l’Associazione lombarda giornalisti, in Via Monte Santo 7 a Milano.
Presenteranno il Manuale il fondatore del nostro portale, il prof. Ruben Razzante, docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica e il giornalista Ferruccio De Bortoli. Interverranno anche il Presidente Associazione lombarda giornalisti (Agl), Paolo Perrucchini e la componente del Comitato direttivo Efj (European federation of journalists), Anna Del Freo. L’evento sarà coordinato dal giornalista Stefano Natoli.