Da mesi stiamo dedicando ampio spazio all’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale e dunque abbiamo deciso di promuovere un confronto tra le principali startup italiane che si occupano di Intelligenza Artificiale e nuove tecnologie al fine di stimolare una collaborazione più proficua, favorire lo scambio di idee e best practices, e promuovere una maggiore consapevolezza pubblica sull’importanza e gli impatti di tali tecnologie nella società contemporanea.
Oggi pubblichiamo l’intervista di Daniele Gamba, CEO di AIsent Srl, una azienda tecnologica specializzata in Intelligenza Artificiale, Machine Learning e Computer Vision.
- Qual è stata la motivazione principale dietro la fondazione di AISent nel 2018 e qual è il suo obiettivo principale nello sviluppo di sistemi di Intelligenza Artificiale?
AISent è nata come volontà di quattro studenti e ricercatori di portare nell’industria le tecnologie che sperimentavamo come laboratorio dell’Università degli Studi di Bergamo. L’obiettivo è quello di mettere in produzione delle tecnologie che la ricerca crea e che hanno bisogno di struttura e competenze per diventare soluzioni industriali.
- Come la vostra startup utilizza l’Intelligenza Artificiale per aiutare le aziende a migliorare i propri processi produttivi, e quali vantaggi porta questa tecnologia ai vostri clienti?
La nostra offerta si articola in due business unit, una di Industrial Vision e una di Industrial Intelligence. L’area di visione si occupa di applicazioni di controllo qualità, conteggio, tracciamento e guida robot. Fornisce a costruttori di macchine e integratori kit visione pronti per essere integrati in macchina e gli algoritmi addestrati per il task da svolgere, mentre per gli utenti finali forniamo direttamente il sistema di visione completo o l’isola robotizzata.
L’area di intelligence invece si occupa di modellizzazioni matematiche, di ottimizzazione (energetica, delle risorse), di pianificazione e di assistenti virtuali per il troubleshooting e l’automazione di processo. Obiettivo dell’area di intelligence è creare processi autonomi, in cui l’operatore interviene nei momenti più critici ma che per buona parte del tempo siano in grado di operare in autonomia avendo digitalizzato la competenza dell’operatore esperto.
I vantaggi sono evidenti, maggior qualità con un minor spreco di risorse, efficienza nei processi e la digitalizzazione di un know-how che consente all’impresa di operare anche dove non riesce a trovare operatori.
- In che modo AISent promuove la ricerca e lo sviluppo nel campo dell’intelligenza artificiale e contribuisce alla diffusione delle conoscenze nel settore?
Nel team ci sono diversi docenti universitari, a contratto e strutturati e da sempre promuoviamo la collaborazione con l’Università ed i centri di ricerca italiani e non.
La diffusione è diventata una parte centrale della nostra attività, tant’è che abbiamo lanciato una Academy con la quale offriamo giornate di formazione sul mondo AI e le opportunità che questa offre per le imprese. Il mondo di opportunità che l’AI offre è vasto e va ben oltre ChatGPT, spesso non si sa che certi problemi possono essere risolti in modo diverso da come si è sempre fatto.
- Qual è la vostra opinione sul possibile impatto dell’AI Act sul futuro della vostra startup e come pensate che possa influenzare il vostro settore?
L’AI Act è un testo che ha aspetti sia positivi che negativi. Accogliamo positivamente il divieto a determinate applicazione dell’AI tra cui il social scoring o la manipolazione delle opinioni. Vediamo un limite normativo nei sistemi a rischio alto e limitato perché tecnologicamente mancano strumenti che ci consentano di validare l’affidabilità e l’assenza di bias di certi strumenti, è ancora un argomento di ricerca ed in evoluzione. In assoluto non riteniamo che l’AI Act impatterà sulle nostre applicazioni che si rivolgono a processi industriali o permettono alle aziende di rimuovere operatori da applicazioni che già ora rappresentano un rischio per la sicurezza del lavoratore.