La decisione del US Copyright Office ha stabilito che un’opera d’arte realizzata dall’intelligenza artificiale non può essere protetta dal diritto d’autore.
Théâtre D’opéra Spatial, questo il titolo dell’immagine in questione, creata da Matthew Allen, vincitrice della competizione organizzata durante una fiera statale del Colorado lo scorso anno.
Il problema al centro della disputa è che, per realizzare l’opera Allen, ha usato il programma di IA generativa Midjourney, e che le tutele garantite dal copyright non si estendono all’intelligenza artificiale.
Rebecca Tushnet, docente della Harvard Law School e studiosa di copyright afferma,: “La decisione è in linea con le precedenti decisioni che richiedono autori umani”.
Il caso precedente risale al 2018, quando una foto scattata da un macaco è stata dichiarata di dominio pubblico in quanto gli animali non detengono il diritto d’autore. Una prerogativa non solo americana: in quasi tutti i paesi, il copyright è infatti legato alla presenza di un autore umano.
Gli infruttuosi sforzi di ricorso mettono in evidenza un consenso giuridico che sta diventando sempre più solido. Lo scorso agosto, un giudice federale degli Stati Uniti ha respinto una causa intentata dal ricercatore di intelligenza artificiale Stephen Thaler, che aveva cercato di dimostrare come il sistema di intelligenza artificiale da lui inventato meritasse di essere protetto dal diritto d’autore: “Il querelante non può indicare alcun caso in cui un tribunale abbia riconosciuto il diritto d’autore su un’opera originata da un’entità non umana”, questa è la decisione del giudice Beryl Howell.
Le conclusioni in merito avranno ripercussioni rilevanti sul mondo dell’arte assistita dall’IA. La sentenza potrebbe spingere gli artisti ad aumentare la quantità di lavoro che integrano nell’arte prodotto con strumenti di intelligenza artificiale: “Le modifiche apportate da un essere umano, se hanno effettivamente un impatto estetico, aggiungeranno un livello di paternità umana sufficiente per ottenere il diritto d’autore sull’opera nel suo complesso”.
Il problema sarà valutare quanto input umano è necessario per poter applicare la legge sul copyright alle creazioni dell’IA. Demarcazione importante per molti settori creativi, in particolare quelli che hanno adottato gli strumenti di IA.
Matthew Sag, professore di diritto e intelligenza artificiale presso la Emory University di Atlanta, in Georgia, ritiene che in alcuni casi gli artisti che impartiscono all’intelligenza artificiale istruzioni sufficientemente dettagliate dovrebbero essere tutelati dal diritto d’autore.
C.L.