Da mesi stiamo dedicando ampio spazio all’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale e dunque abbiamo deciso di promuovere un confronto tra i Presidenti degli Ordini degli Avvocati dei capoluoghi di Regione attraverso interviste sull’uso dell’Intelligenza Artificiale (AI) nella professione legale.
Oggi pubblichiamo l’intervista di Giuseppe De Rubertis, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Campobasso.
- L’Ordine si è mai interfacciato con l’Intelligenza Artificiale per svolgere funzioni interne nel settore legale?
Premesso che l’Ordine che presiedo è di piccole dimensioni, posso dire che l’Ordine degli Avvocati di Campobasso non si è ancora interfacciato con l’Intelligenza Artificiale per svolgere funzioni interne nel settore legale.
- In qualità di Presidente dell’Ordine, quale è la sua visione riguardo al possibile ruolo dell’Intelligenza Artificiale come strumento essenziale negli studi legali, con l’obiettivo di introdurre o migliorare le modalità con cui vengono offerti i servizi legali? Se è convinto che ciò possa avvenire, potrebbe condividere la sua posizione in merito a questa prospettiva e quanto auspica un cambiamento in questa direzione?
Personalmente, ritengo che l’AI, all’interno degli studi legali, possa contribuire a realizzare una gestione più efficiente delle attività quotidiane, migliorando notevolmente la precisione e la tempestività delle prestazioni. In particolare, da un lato, l’utilizzo di software basati sull’Intelligenza Artificiale possono essere utili, nel mondo legale ad automatizzare processi ripetitivi, consentendo agli Avvocati di concentrarsi su compiti più complessi e strategici, ovvero quelli che garantiscono alla clientela i risultati attesi; dall’altro l’AI può supportare i professionisti con strumenti sofisticati in grado di analizzare grandi volumi di dati legali, in tal modo accelerando la ricerca di elementi fondamentali per l’attività, come i precedenti giuridici o le specifiche normative di riferimento. Inoltre, penso che l’AI possa essere anche un formidabile strumento capace di aprire nuove opportunità proprio nel settore legale: nella misura in cui essa, infatti, viene adoperata per automatizzare i compiti routinari di amministrazione dello studio, nel contempo, permette di liberare tempo prezioso da dedicare a tutte le attività che richiedono un approccio umano, migliorando sensibilmente la considerazione dei clienti verso le attività svolte dallo studio legale.
- Presidente, lei ritiene che attività umana e utilizzo dell’Intelligenza Artificiale possano coesistere (in ambito legale)? Ritiene che una possa o debba prevalere sull’altra o che sia possibile un equilibrio tra le due?
Ritengo che attività umana e utilizzo dell’Intelligenza Artificiale possano certamente coesistere in ambito legale ed anzi tale coesistenza è senz’altro auspicabile e va fortemente incentivata. Tutto questo, però, con un limite: ed invero, se non v’è dubbio che -come detto- la giurimetria, l’Intelligenza Artificiale e la giustizia predittiva possano apportare un grande valore aggiunto, anche nel settore della giustizia, in virtù della loro capacità di raccogliere ed elaborare dati in modi che l’essere umano non può sostenere, al contempo, però, nella risoluzione delle controversie, l’elemento decisionale deve rimanere sempre nelle mani del giudice, che, a sua volta, può cogliere sfumature e peculiarità del singolo caso, indispensabili per prendere decisioni giuste ed eque.
- Quali sono le principali sfide che ritiene che l’adozione dell’Intelligenza Artificiale possa presentare per la giustizia e l’equità nel sistema legale?
Nell’utilizzo più complessivo dell’AI nel sistema Giustizia sarà necessario essere pronti anche ad affrontare le sfide legate alla qualità dei dati, all’imparzialità degli algoritmi e alla protezione della privacy per garantire che l’uso di tali tecnologie sia non discriminatorio e rispettoso dei diritti fondamentali, tenendo bene a mente che il ragionamento giuridico non è solo la distribuzione casuale di opzioni binarie e che dentro di sé contiene elementi di apprezzamento, come, ad esempio, l’equità, che mai potranno essere espressi da una macchina.
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