La recente acquisizione da parte del Getty Museum di Cristian en el Amor de Calle (2024), opera generata dall’artista costaricano Matías Sauter Morera, grazie all’utilizzo dell’AI, segna un momento significativo in questa evoluzione.
L’artista, che guida attivamente l’Intelligenza Artificiale al fine di riportare alla luce le storie queer della Costa Rica, spesso rimosse o censurate, rappresenta un esempio concreto di come la tecnologia possa essere posta al servizio della memoria collettiva e delle narrazioni marginalizzate. La centralità dell’autorità umana rimane però fondamentale e viene messa in evidenza dall’intervento dell’artista nella post-produzione e nel processo narrativo.
A questo tipo di approccio si contrappone una visione più meccanica e automatica dell’arte generata dall’AI. Numerose critiche sono state sollevate verso Christie’s, famosa casa d’asta specializzata nella vendita di opere d’arte, che ha dedicato un’intera asta a opere prodotte con l’Intelligenza Artificiale. Al centro delle polemiche vi è l’uso non autorizzato di opere umane per l’addestramento dei modelli AI, fattore che ha sollevato interrogativi sulla paternità, l’originalità e il rispetto dei diritti d’autore.
A tal proposito è bene ricordare che l’Ufficio Copyright degli Stati Uniti ha stabilito che i contenuti generati esclusivamente dall’AI non possono essere protetti, a meno che non vi sia un intervento umano significativo nel processo creativo.
Nonostante le controversie, l’Intelligenza Artificiale si sta affermando quale nuova risorsa per gli artisti contemporanei, offrendo la possibilità di creare immagini sorprendenti e di ampliare le potenzialità tecniche ed espressive degli autori.
Tuttavia, permane un limite evidente: l’AI, non possedendo né emozioni né consapevolezza, non potrà mai riprodurre fedelmente la complessità dell’essere umano. Alla luce di ciò, molti artisti scelgono di non vedere nell’AI una minaccia, ma uno strumento complementare capace di ampliare l’orizzonte creativo, una nuova alleanza tra intelligenza umana e artificiale che può dare voce a storie inascoltate e ridefinire il linguaggio dell’arte contemporanea.
S.B.