In un articolo di Nieman Lab, sito online che si occupa di giornalismo, il direttore esecutivo del New York Times ha dichiarato: «Ci sono giornalisti, al New York Times e altrove, che twittano molte, molte volte al giorno. Se il loro ruolo è trovare fatti importanti e raccontarli al mondo, è questo il modo di passare le giornate?»
Direttore della testata dal maggio 2014, Dean Baquet Baquet ha scritto un messaggio a tutti i reporters del Times e successivamente c’è stato anche l’intervento di Cliff Levy, Deputy Managing Editor (amministratore delegato). La richiesta avanzata ai giornalisti non è di cancellare Twitter dal proprio cellulare, ma utilizzarlo meno di frequente e non come fonte principale per le notizie. «Cercare lettori e persone che hanno bisogno del nostro giornalismo in luoghi diversi da Twitter, uscire nel mondo e parlare con persone diverse», perché il pubblico offerto da questo social non è – e non deve essere – l’unico a cui ci si rivolge. Non è possibile utilizzare Twitter come metro per giudicare un articolo.
Tra i rischi dell’uso sregolato della piattaforma ci sono anche la perdita di tempo, da impiegare invece nella ricerca di notizie, insieme ai bad tweet, che minacciano la reputazione della testata e del suo corpo redazionale.
Le nuove linee guida del New York Times riguardo Twitter prevedono che chi vuole possa restare iscritto al social, ma si è incoraggiati a uscirne. Chi viene minacciato su Twitter a causa del proprio lavoro verrà protetto e aiutato da una squadra interna al giornale. Nell’usare il social è necessario tener conto degli standard editoriali e delle norme di comportamento del Times. Sulla piattaforma è vietato criticare i colleghi e il loro lavoro, come negli ultimi anni è troppo spesso accaduto. Inoltre si deve evitare di postare notizie che ancora non sono comparse sul giornale. Lo staff del Times sorveglierà con cura l’utilizzo del social da parte dei giornalisti, per verificare che sia in linea con le linee guida.
Nel 2014 i responsabili del Times vararono l’Innovation Report, per traghettare il giornalismo dentro l’era digitale. La direzione spinse i redattori del quotidiano ad andare su Twitter e venne eliminato il Public Editor, il rappresentante dei lettori in redazione, perché si era convinti che reclami e risposte sarebbero state trattate a sufficienza proprio sul social. Adesso è di nuovo il momento di cambiare approccio. «Twitter è una grande fonte di informazione. Ma voglio che si restringa il suo ruolo».
Per coloro che si lamentano della possibile perdita di visibilità dovuta al distacco da Twitter consigliato dalla dirigenza, Baquet ha una risposta chiara: per incrementare la propria visibilità bisogna «produrre avvincente e importante giornalismo sulle varie piattaforme del Times per le decine di milioni di lettori e sottoscrittori».