Sono quasi 180 le soluzioni digitali adottate in questi mesi in tutta Italia per assistere i pazienti da remoto. La possibilità di poter assistere i propri pazienti mediante pc o smartphone sta rivoluzionando la sanità italiana e il COVID-19 ne è stato un acceleratore, ma questa tecnica è utilizzata soprattutto come soluzione per i pazienti cronici e fragili.
Quali progetti di Telemedicina state portando avanti a seguito dell’emergenza Covid-19? E quali sono le prospettive future rispetto a questi strumenti?
Con l’emergenza COVID-19 il rischio da parte dei malati oncologici di contrarre il virus COVID-19 era alto in quanto i pazienti erano più esposti, per due motivi:
- Numerosi accessi in ospedali per controlli, visite, esami, ecc;
- Minori difese immunitarie in senso lato, a causa del tumore e delle terapie.
Per questo si è cercato di ridurre il più possibile gli accessi in ospedale da parte dei malati oncologici utilizzando modalità semplici, quali telefonate, controlli con video telefonate, o mediante WhatsApp con invio di foto, ad esempio, del livello di saturazione, di esami ematici, radiologici. Queste modalità quasi improvvisate e rudimentali si sono dimostrate di grande aiuto. Le prospettive future sono di implementare tali modalità, con programmi di televisita e teleconsulto.
Per quali motivi la Telemedicina e le cure domiciliari sono risultate particolarmente efficaci durante l’emergenza sanitaria?
La telemedicina e le cure domiciliari sono risultate efficaci perché hanno permesso:
- Di iniziare precocemente le cure nei pazienti COVID-19 senza aspettare il loro peggioramento;
- Una riduzione dei ricoveri in ospedale;
In una nostra recente pubblicazione: I ricoveri sono stati del 3.2% e nessun paziente deceduto.
Il controllo in remoto con sistema di telemedicina ha permesso di monitorare l’andamento della malattia e quindi il malato a domicilio.
Per quali motivi la Telemedicina e le cure domiciliari sono adeguate ed efficaci per i pazienti oncologici?
I malati oncologici viventi sul territorio nazionale sono oltre 3 milioni e 600 mila. Molti di questi pazienti possono evitare di accedere all’ospedale ed essere curati e controllati sul territorio. Molte cure oncologiche sono ora per bocca e possono essere assunte al domicilio, con la telemedicina è possibile controllare l’andamento del paziente evitando che venga in ospedale perdendo tempo prezioso, spese anche ingenti per viaggi e soggiorni (come riportato in letteratura).
Gli strumenti della Telemedicina risultano efficaci se applicati alla radiologia?
Sicuramente tali tecniche possono essere efficaci se applicate alla radiologia. Si possono trasmettere immagini; in campo radiologico la diagnostica radiologica con refertazione a distanza è ormai consolidata.
La Telemedicina necessita di una equipe dedicata ed una formazione mirata?
Non credo che la telemedicina richieda equipe dedicata, credo possa esser estesa alle diverse branche della medicina, è tuttavia necessario eseguire un’adeguata formazione.
In merito alla Telemedicina ci sono due aspetti molto interessanti che stanno emergendo: il problema in termini di privacy e il fatto oggettivo che la popolazione italiana anziana ha difficolta con l’utilizzo di questi strumenti. Lei cosa ne pensa, sono due problemi superabili? In quale modo?
La tematica della riservatezza può essere superata con la definizione di regole comportamentali che tutelino il malato ed i suoi esami. Per l’età anziana è vero; tuttavia credo che l’apprendimento di modalità semplici e riproducibili sia possibile per la maggior parte degli utenti, del resto con l’esperienza COVID-19 molti anziani hanno dimostrato una inaspettata dimestichezza con i mezzi audiovisivi.