L’impatto dell’intelligenza artificiale (AI) in campo legale è un tema che viene discusso da tempo. Con l’introduzione di ChatGPT di OpenAI (30 novembre 2022) si è posto il problema di comprendere in termini pratici come gli strumenti di intelligenza artificiale generativa potrebbero trasformare i servizi legali.
Attualmente risultano accessibili chatbot di IA generici, ma secondo le previsioni prenderanno rapidamente piede anche sistemi di intelligenza artificiale generativa specializzati, cioè progettati per semplificare i compiti dei professionisti. In questo contesto si inserisce l’azione della Commissione Nuove Tecnologie Fédération des Barreaux d’Europe (FBE), che vuole aiutare gli avvocati europei a comprendere il funzionamento dell’intelligenza artificiale generativa e dei modelli linguistici di grandi dimensioni, così da essere in grado di utilizzarli responsabilmente e nel rispetto dei principi che governano la loro professione.
La Commissione Nuove Tecnologie della FBE ha pubblicato un rapporto contenente le seguenti linee guida:
- comprendere l’IA generativa,
- riconoscere le limitazioni e il contesto,
- rispettare le regole esistenti sull’uso della IA,
- integrare la competenza giuridica,
- rispettare il segreto professionale,
- garantire la protezione dei dati personali e della privacy,
- informare il cliente e assumersi la responsabilità.
Sebbene non esaustive, queste linee guida rappresentano un valido aiuto per il mantenimento degli standard etici e per la protezione della riservatezza del cliente.
Con l’espressione “intelligenza artificiale generativa” (GenAI) vengono indicati i sistemi di AI capaci di generare testo, immagini e altri media in risposta a una richiesta; questi sistemi si basano sui modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) e generano output che ricordano il linguaggio umano, ma la loro funzione principale rimane quella di prevedere la parola successiva all’interno di una stringa di testo. Comprendere la tecnologia, prendersi del tempo per familiarizzare con il suo funzionamento, rappresenta quindi il punto di partenza per decidere come sfruttarla all’interno della professione. Nello specifico, gli avvocati vengono sollecitati a prestare attenzione non solo ai bias in cui puo’ incappare l’apprendimento automatico, ma anche alle allucinazioni, ovvero alla creazione di informazioni/contenuti che non rispecchiano la realtà.
GenAI e LLM possono migliorare alcuni aspetti della professione, ma bisogna ricordare che i contenuti potrebbero anche non essere sempre aggiornati, completi e accurati. Rimane quindi la necessità di controllare e verificare gli output.
Gli avvocati europei devono conoscere e rispettare le norme esistenti che disciplinano l’uso dell’intelligenza artificiale, rimanere aggiornati sul Regolamento sull’intelligenza artificiale dell’UE attualmente in fase di approvazione. Le prassi lavorative devono adattarsi agli sviluppi del panorama normativo.
Forse l’indicazione che merita più attenzione è la numero quattro: la GenAI dovrebbe integrare le competenze legali, piuttosto che sostituirle. La tecnologia, infatti, si propone come uno strumento per semplificare il lavoro, ma non è in grado di sostituire il giudizio o la capacità critica di un professionista.
Rimane di cruciale importanza il rispetto del segreto professionale e quindi anche la salvaguardia dei dati personali da parte degli avvocati quando utilizzano gli strumenti di GenAI. Questi devono sempre rispettare il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR).
L’ultimo punto riguarda la comunicazione ai clienti in merito all’uso di GenAI all’interno degli studi legali: gli avvocati sono tenuti a spiegare lo scopo di tale utilizzo, i vantaggi, le limitazioni e le garanzie.
Secondo la Commissione Nuove Tecnologie della FBE, aderendo a queste linee guida gli avvocati europei potranno integrare in modo efficace e responsabile l’IA generativa nella loro professione. Maria Dymitruk, presidente della Commissione, ha espresso la sua speranza affinchè il rapporto si dimostri “non solo utile, ma anche un catalizzatore per iniziative volte a sensibilizzare gli avvocati sull’uso responsabile dell’intelligenza artificiale generativa […] incoraggio a pianificare e coordinare iniziative in questo settore e la Commissione per le nuove tecnologie è pronta a fornire supporto in ogni modo possibile”.
M.M.